Sette miliardi di dividendi (+30% a fine piano), utili in forte crescita, una solida generazione di cassa, ma anche tre miliardi per piani di riacquisto di azioni proprie ed M&A. Sono i capisaldi del nuovo piano “Lifetime Partner 27: Driving Excellence” di Generali che arriva in un momento delicatissimo per la società del Leone, tra l’offerta di Mps su Mediobanca e le critiche della politica (e di Caltagirone e Delfin) sulla Jv con Natixis, definita però dal Ceo Donnet come “un’opportunità unica, strategica per Generali, per costruire un soggetto leader in Europa e nel mondo”.
“Generali ha raggiunto e superato con successo gli obiettivi finanziari del nostro piano ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’ pur in un complesso contesto a livello globale” ha commentato il group Ceo, Philippe Donnet, anticipando con soddisfazione che il gruppo ha battuto tutti i target del piano chiuso nel 2024. “Intendiamo ora accelerare il perseguimento dell’eccellenza con l’obiettivo di guidare un’ulteriore crescita degli utili e della generazione di cassa”, ha detto.
Dopo la presentazione del piano, a Piazza Affari il titolo Generali guadagna l’1%, battendo nettamente la performance del Ftse Mib (+0,18%).
Generali: i numeri del nuovo piano
Il nuovo piano prevede una forte crescita degli utili, con un incremento annuo fra l’8 e il 10% dell’Eps, e una generazione di cassa di 11 miliardi di flussi cumulati supportati da circa 14 miliardi di rimesse dalle controllate (nel 2022-24 erano state pari a 11,5 miliardi). Si punta poi a una generazione normalizzata di capitale superiore a 14 miliardi da qui al 2027 contro i precedenti 13 miliardi.
Generali: maxi aumento dei dividendi, 3 miliardi per buyback e M&A
Sette miliardi di dividendi nell’arco di piano, con un maxi incremento rispetto alle linee guida precedenti. Nel dettaglio, il piano “Lifetime Partner 27: Driving Excellence” si impegna a raggiungere una crescita del dividendo per azione superiore al 10% in termini di Cagr, con l’obiettivo di distribuire oltre 7 miliardi di cedole nell’arco di piano. Una cifra che corrisponde a un +30% rispetto ai 5,5 miliardi distribuiti con il piano precedente.
Oltre 3 miliardi sono destinati invece a piani di buyback ed altre modalità di allocazione del capitale, come l’M&A. “Il nuovo business plan destina circa 1,5 miliardi per attività di M&A, anche se come sempre verrà utilizzata flessibilità”, ha precisato il Cfo Cristiano Borean in call.
L’obiettivo è quello di realizzare, annualmente, un piano di riacquisto di azioni proprie pari a 500 milioni, con l’importo da valutare all’inizio di ogni anno. “È stato già confermato per il 2025 un piano di riacquisto di azioni proprie pari a 0,5 miliardi”, fa sapere Generali.
“Il gruppo valuterà le opportunità di M&A con un approccio rigoroso e disciplinato, confrontando inoltre ogni potenziale operazione con i piani di riacquisto di azioni proprie”, spiega il comunicato. L’allocazione interna di capitale a supporto della crescita del business e di iniziative strategiche è invece attesa tra 500 e 700 milioni.
Natixis: “Opportunità unica, non cederemo controllo investimenti, ne avremo di più”
L’intesa annunciata lo scorso 21 gennaio con Natixis viene descritta come “un’opportunità unica e trasformativa per accelerare il percorso strategico del business”. L’operazione però avrà un impatto limitato sull’attuale piano, i reali effetti si vedranno in futuro.
L’operazione con Natixis, ha chiarito Donnet in conferenza stampa “non sarà trasformativa per Generali ma per l’asset management di Generali”. Il manager ha spiegato che “Questa operazione è stata discussa dal cda, ci sono state tante domande da parte dei consiglieri, cosa normalissima. È stata approvata perché è un’opportunità unica, strategica per Generali, per costruire un soggetto leader in Europa e nel mondo, a condizioni eccellenti per Generali”, ha ribadito, facendo notare che l’operazione “è completamente diversa da altre realizzate in passato, come Pioneer-Amundi” poiché il Leone “eserciterà il co-controllo”.
Donnet non ha voluto commentare le “perplessità” espresse da Caltagirone e Delfin sull’operazione: “Non parliamo degli azionisti, il progetto Natixis è stato approvato dal cda e il piano strategico anche”, ha detto.
Riguardo le critiche provenienti invece dalla politica e relative alla possibile perdita di sovranità finanziaria italiana derivante dall’accordo, Donnet ha spiegato: “C’è stata molta confusione sul tema, in questo Paese alcuni non fanno differenza tra asset owner e asset manager, non rinunciamo a nessun controllo sulla gestione degli investimenti. Anzi, sarà anche meglio rispetto a prima, perché avremo più controllo sugli investimenti, non daremo mandati di gestione a società terze a cui poi vanno anche pagate le commissioni”. Il Ceo ha concluso con una domanda retorica: “Perché quando alcuni fondi di previdenza italiani danno mandati di gestione a società americane nessuno dice nulla?”.
Dal Driving Growth al Driving Excellence: le priorità del piano strategico
Dalla creazione di crescita che dava il titolo al vecchio piano alla creazione di eccellenza che invece ispira il nuovo. Un’eccellenza che deve palesarsi nella relazione coi clienti, nelle competenze core e nel modello operativo, senza dimenticare la sostenibilità e l’IA.
“Grazie a Lifetime Partner 27: Driving Excellence, Generali accelererà la crescita del business facendo leva sulla sua ampia base di clienti e sulla forte presenza distributiva. Il gruppo migliorerà inoltre le competenze tecniche a supporto della redditività e incrementerà l’efficacia ampliando le risorse disponibili a livello di Gruppo lungo la catena del valore”, fa sapere il comunicato.
Sotto il profilo assicurativo, Generali ha fornito degli indicatori chiave aggiuntivi, indicando un incremento dei premi lordi nel Danni maggiore al 6% (CAGR nel periodo 2024 prev. – 2027), un undiscounted combined ratio al 94,5% al 2027 e una raccolta netta nel Vita compresa tra 25 e 30 miliardi con un New Business Margin al 6% al 2027.
Donnet: “Generali è più forte che mai”
Oggi “Generali è più forte che mai”, ha detto Donnet in una conference call con le agenzie di stampa nel corso della quale si è però rifiutato di parlare degli effetti dell’ops lanciata da Mps su Mediobanca. “Siamo qui per commentare il piano”, ha detto. Riguardo l’M&A, Donnet ha sottolineato che il gruppo avrà “una forte disciplina e dopo l’acquisizione di Mgg e considerando Natixis, il focus sarà sull’integrazione e sull’implementazione del piano”.
“Miglioreremo ulteriormente l’eccellenza nelle nostre relazioni con i clienti, nel nostro modello operativo di gruppo e nelle nostre competenze chiave. Investiremo in AI, nuove tecnologie e nella formazione delle nostre persone per cogliere le opportunità che derivano dai trend emergenti, dalle aspettative dei clienti in continuo cambiamento e da un contesto di mercato in rapida evoluzione”, ha affermato il ceo Philippe Donnet in una nota. La combinazione della nostra leadership nel settore Danni e Vita con la nostra piattaforma globale di Asset Management – che potrebbe ulteriormente essere trasformata dalla nostra proposta di partnership con Bpce – rappresenta un potente fattore distintivo che può creare significativo valore. Ovviamente per tutti gli stakholders”.
“Quasi tutte le public company sono contendibili, ma la contendibilità non impedisce di fare il lavoro che deve fare l’azienda, questa società è più forte che mai“, ha risposto Donnet a chi gli chiedeva dei potenziali rischi per i clienti derivanti dal fatto che la società potesse essere soggetta a eventuali “scalate”. “Abbiamo un Solvency Ratio tra i più alti del settore che ci consente di proteggere i nostri assicurati.
“Il Ceio di Generali ha risposto in conferenza stampa a chi gli chiedeva dei potenziali rischi per i clienti derivanti dal fatto che la società potesse essere soggetta a eventuali “scalate”: “Quasi tutte le public company sono contendibili, ma la contendibilità non impedisce di fare il lavoro che deve fare l’azienda, questa società è più forte che mai”. “Abbiamo un Solvency Ratio tra i più alti del settore che ci consente di proteggere i nostri assicurati. Questa capacità di protezione non è in discussione”, ha aggiunto.
Il cda non presenta una propria lista
“Nell’ambito della definizione del parere di orientamento agli azionisti che sarà pubblicato nei prossimi giorni, il consiglio di amministrazione ha deciso di non procedere alla presentazione di una lista per il rinnovo dell’organo di gestione della compagnia” in vista dell’assemblea decisiva in programma l’8 maggio. Il motivo? “Il quadro normativo di riferimento (il Ddl Capitali, ndr.) non risulta ancora completo ed i tempi, allo stato, non sarebbero compatibili con l’iter di autorizzazione ed approvazione delle modifiche dello statuto necessarie”; spiega il board.
La lista potrebbe dunque essere presentata da Mediobanca, con Donnet e il presidente Sironi che hanno comunque dato la loro disponibilità a un nuovo mandato. “Stiamo presentando un grande piano. Sono disponibile a guidare la sua implementazione, ne sarei onorato e sarei entusiasta di farlo con questo team che ha un grande track record”, ha detto l’attuale Ceo in conferenza stampa.
Dall’altra parte della barricata Caltagirone e Delfin, azionisti di Generali, ma anche di Mps e e Mediobanca, che potrebbero presentare una propria lista in segno di discontinuità.
(Ultimo aggiornamento: ore 15.20 del 30 gennaio)