Vola Unicredit, regina di Piazza Affari a metà mattina di mercoledì. E sale decisamente anche Mediobanca, al secondo posto nei rialzi del listino principale dopo aver faticato a formare il prezzo in apertura. Alle 11,39 i due titoli stanno salendo rispettivamente del 6,01% e 2,93%. Generali, che tra venerdì e martedì ha guadagnato il 12,4%, ha progressivamente perso quota.
Realizzi dopo il rally di martedì? E’ ragionevole pensarlo, ma c’è anche chi pensa che la contesa – dopo la mossa del Leone che ha acquistato il 3% di Intesa allo scopo di bloccarne la scalata – si sia spostata su Mediobanca, primo azionista di Generali con una quota del 13%. Piazzetta Cuccia è a sua volta nell’orbita di Unicredit, il cui Ad Jean Pierre Mustier ha sferzato recentemente il management invitandolo a garantire una maggiore redditività al gruppo ma sempre in una logica di conservazione della partecipazione.
Consob ha fissato una serie di incontri con i protagonisti della vicenda e, si è appreso nel primo pomeriggio, vedrà oggi mercoledi il vertice di Intesa San Paolo a Milano e ha convocato per domani giovedì sempre a Milano Unicredit. In calendario giovedì anche l’incontro con Generali a Roma.
Il mercato dunque scommette sul possibile interesse di Intesa per Piazzetta Cuccia come potenziale strada alternativa per arrivare alle Generali. E tra gli analisti c’è anche chi ora ipotizza che Unicredit, alle prese con un aumento di capitale monstre da 13 miliardi, possa avere interesse a fare cassa proprio con Mediobanca di cui possiede l’8,56%, una quota che ne fa l’azionista di riferimento. Fantafinanza? In fermento è tutto il settore finanziario e assicurativo. La banca d’affari guidata da Alberto Nagel ha registrato da venerdì a martedì un rialzo del 7,1% ed è sempre più sotto i riflettori.
“Se l’obiettivo di Intesa è quello di difendere un asse italiano, continuiamo a pensare che il modo più semplice sia l’acquisizione del controllo di Mediobanca e cercare successivamente di creare un patto di sindacato su più del 20% del capitale di Generali”, sottolinea Enrico Esposti di Banca Akros nella nota odierna, calcolando che Mediobanca ha in carico le azioni Generali a 15,25 euro.
Entrando su un terreno più tecnico, rispetto agli scenari strategici ipotizzati martedì – scrivono gli analisti di Equita, (aggregazione con Generali o controllo indiretto via Mediobanca) – Intesa “sta perseguendo l’alternativa più capital intensive di una offerta pubblica di scambio su tutta o la maggioranza di Generali“. Intesa ha anche confermato che qualsiasi opzione strategica avverrà rispettando i target del piano industriale, compresa la “politica di distribuzione di valore per gli azionisti”: la nota – riportata da Radiocor – suggerisce che Intesa intenderebbe confermare l’obiettivo di dividendo 2016 (3 miliardi ovvero 19 cents per le ordinarie) e 2017 (4 miliardi, 24 cents) anche post operazione su Generali. “Nonostante il track record e la credibilità del management di Intesa – scrive Equita – secondo noi la complessità di un’eventuale offerta su Generali e l’execution risk dell’integrazione di due business differenti abbassano la visibilità sulla dividend policy post operazione rispetto a quella di Intesa Sanpaolo stand-alone”.
Gli analisti di Icbpi mettono in evidenza che “l’eventuale realizzazione di un’operazione di queste dimensioni e di questa complessità finirebbe per stravolgere l’investment case di Intesa Sanpaolo con potenziali implicazioni negative, collegate anche al forte aumento dei rischi sistemici”. Icbpi mette sotto revisione rating e target price del titolo.
Secondo gli analisti del Credit Suisse, la razionalità strategica del piano richiede maggiori approfondimenti. Banca Generali e il business dell’asset management rappresentano la parte di maggior valore per Intesa da un punto di vista industriale, mentre le attività assicurative tradizionali hanno limitata valenza strategica per la banca. Da un punto di vista finanziario, un accordo cash sarebbe fortemente diluitivo per il Cet1, mentre in caso di scambio azionario sarebbe neutrale. Un accordo sarebbe positivo in termini di capitale e crescita degli utili ma vedrebbe tra i lati negativi la diluizione del dividendo 2017, una acquisizione a multipli poco convenienti, un elevato execution risk, le incertezze regolatorie e una strategia poco chiara”.
Infine, Unicredit ha annunciato la nomina di Jerome Frizé come nuovo global head di financial institutions group (FIG) all’interno della divisione corporate & investment banking(CIB) guidata da Gianfranco Bisagni e Olivier Khayat, co-head di CIB. Jerome Frizé sostituisce Vincenzo Tortorici che ha deciso di lasciare la banca per perseguire altre opportunita’. Jerome Frizé è attualmente Head di Financial Institutions Group (FIG) Francia, e assumerà il suo nuovo incarico a partire dall’1 febbraio 2017 presso la sede di Milano.