Utili a circa 4,2 miliardi nel 2024, con una crescita media annua 2021-24 dell’EPS superiore al 14%, una cassa disponibile per attività di M&A fino a circa 7 miliardi e un maggior taglio dei costi, con un target di cost/income del 55% dall’attuale 64%. Sono questi i principali numeri del programma strategico al 2024 “Awakening The Lion”, Risvegliare il Leone, presentato oggi da Claudio Costamagna e Luciano Cirinà, candidati rispettivamente alla carica di presidente e di amministratore delegato nella lista di Francesco Gaetano Caltagirone per il Cda Generali. Si tratta, in sostanza, di un contro-piano rispetto a quello presentato dal Ceo Philippe Donnet. La resa dei conti si consumerà all’assemblea del 29 aprile.
Cirinà, peraltro, era già manager a Trieste con responsabilità sull’Est Europa, incarico da cui è stato sospeso proprio per la scelta di schierarsi con Caltagirone contro la lista stilata dall’attuale Cda.
Il punto d’atterraggio del piano strategico presentato oggi è un utile netto “full potential” di 4,2-4,6 miliardi nel 2024 e oltre 5 miliardi nel 2025-2026 contro i 2,8 miliardi del 2021.
Secondo la lista Caltagirone, Generali, che ha visto il suo posizionamento “indebolirsi nel corso degli anni”, ha bisogno di una nuova strategia con un riposizionamento e con ambizioni più alte, basate su cinque leve strategiche (tra cui la massimizzazione della cassa disponibile fino a 7 miliardi per fare M&A su larga scala), e necessita di una governance con standard elevati, fatta di zero tolleranza per i conflitti di interesse e di un ribilanciamento dei poteri del Ceo e una lista indipendente e competente.
Il piano prevede inoltre una generazione di cassa cumulata disponibile per circa 9,5-10,5 miliardi nel 2022-24 e 1,5-1,6 miliardi di investimenti in trasformazione digitale e tecnologica. Sul fronte M&A, la nuova strategia si baserà su un limitato numero di operazioni di maggiori dimensioni in ambito Danni e in aree geografiche di interesse, nell’asset e nel wealth management, nel Fintech e nell’Insurtech. È quindi prevista una revisione approfondita della presenza geografica: consolidamento della leadership in Italia, Francia e Germania, crescita nell’est Europa, in Cina e in India e sviluppo della presenza negli Usa, soprattutto in ambito asset management.
Confermato sia il piano dividendi annunciato all’Investor Day del 15 dicembre per il triennio 2022-24 sia i programmi di riacquisto di azioni.
“Non avremmo alcun tipo di remora a fare un aumento di capitale se ci fosse un’operazione convincente e in grado di creare valore nel medio-lungo termine per gli azionisti: non vedo perché non potremmo farlo – ha detto Costamagna – Oggi abbiamo una cassa potenzialmente disponibile per l’M&A fino a 7 miliardi, che è già una cifra importante, quindi non dobbiamo fare nessun aumento, ma se serve per fare un grosso deal lo prenderemo in considerazione”.
Cirinà si è poi soffermato sulla propria situazione lavorativa: “Ho chiesto un’aspettativa non retribuita, che è stata rigettata a causa della crisi ucraina, e questa settimana mi è stata comunicata la sospensione che giuridicamente non è un procedimento disciplinare. Non rinnego i miei 30 anni in Generali e di aver partecipato per la parte di mia competenza al piano del gruppo presentato a dicembre, ma i motivi per cui abbia deciso di aderire alla lista Caltagirone non sono parte di questa conferenza”.
Secondo il candidato Ad, “quella che che viene presentata oggi è una strategia ambiziosa ma assolutamente realizzabile. Il primo punto è quello di rivedere il posizionamento geografico, focalizzandoci su dove possiamo raggiungere una crescita profittevole e sostenibile”.
Intanto, la quota di Francesco Gaetano Caltagione in Generali è arrivata a superare il 9%, dal precedente 8% circa. Lo ha annunciato l’imprenditore romano, a margine della presentazione a Milano del suo contro-piano sul Leone.