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Generali e Tim, due casi eccellenti sotto i riflettori della Borsa

Imagoeconomica

La settimana delle banche centrali (si riuniranno ben 17 istituti) parte al rialzo, sulla scia della chiusura record di Wall Street di venerdì. A sostenere la marcia del Toro contribuisce l’atteggiamento dei colossi asiatici.

A Tokyo (+1%), in attesa della riunione della BoJ, arrivano segnali positivi dal Tankan, il termometro della terza economia del pianeta: l’indice è basato sulle previsioni e sale, anche se si fa sentire l’aumento dei costi legato alle materie prime.

Più decise le indicazioni in arrivo da Pechino. Le autorità, dopo mesi di interventi indirizzati alla moderazione al controllo e al contrasto degli eccessi, hanno annunciato che è arrivato il momento di tornare a sostenere l’economia, affinché non ci siano frenate e sussulti. Questo è avvenuto in un incontro della Conferenza Centrale per il Lavoro, dove la parola d’ordine emersa per il 2022 è “Stabilità”. Ogni regione, si legge sull’agenzia Xinhua, dovrà impegnarsi per la ripresa della crescita, minacciata dal calo della domanda e dalle difficoltà nel garantire l’offerta adeguata.

I listini già registrano stamane la spinta al rialzo. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dell’1,2%. L’Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1%, brilla l’Hang Seng Tech (+1,4%): Alibaba +3,3%, Tencent +2,5%, Bilibili +2%. Non si riprende però il settore immobiliare, con Evergrande.

DOLLARO POCO MOSSO, ACCELERA IL PETROLIO

I future di Wall Street sono in rialzo dopo la miglior settimana da nove mesi dell’indice S&P500.

Il dollaro è poco mosso in avvio della settimana del Federal Open Market. Il balzo dell’inflazione segnalato dai dati di venerdì non ha provocato sussulti sulle azioni, anche perché i tassi di mercato sono rimasti tranquilli.

Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,49% di rendimento. Euro dollaro a 1,129.

Il petrolio tipo WTI è in rialzo dell’1,5% a 72,8 dollari il barile. Brent tratta a 75,99 dollari al barile. Il bitcoin perde il 2%, a 48.900 dollari.

POWELL VERSO TAGLI AGLI ACQUISTI, I TASSI SU A GIUGNO

L’inflazione accelera, le banche centrali rispondono. Toccherà al solito alla Fed tracciare la linea: mercoledì sera, alla fine della riunione del board, il presente Jerome Powell annuncerà il prossimo avvio del tapering, con l’obiettivo di azzerare gli acquisti sul mercato della Banca centrale entro marzo. Ma gli operatori a questo punto sono già concentrati sul momento della svolta: il primo aumento dei tassi, un modesto quarto di punto, è previsto per giugno.

“In ogni caso, all’inizio del 2022 ci sarà ancora ampia disponibilità di liquidità a basso costo”, è la previsione di Allianz. Tale prospettiva dovrebbe sostenere la propensione al rischio degli investitori. “Al contempo – recita una nota del colosso assicurativo – rileviamo un maggiore rischio di pressioni inflazionistiche persistenti, sulla scia della crescita eccessiva della massa monetaria e di fattori strutturali come deglobalizzazione, invecchiamento della popolazione e lotta contro il cambiamento climatico. L’inflazione resterà una sorvegliata speciale ancora per qualche tempo”.

TUTTI I RIFLETTORI SULLA BCE: CHIUDE IL PROGRAMMA PEPP

La riunione della Fed apre una settimana intensa per i signori del denaro. Giovedì toccherà a Christine Lagarde annunciare l’avvio della fine degli interventi straordinari anti-pandemia. Gli acquisti Pepp dovrebbero terminare a marzo: per il dopo è allo studio un sistema per evitare traumi a danno della Grecia (esclusa dagli altri interventi) e all’Italia, di nuovo sotto pressione. L’aumento dello spread indica il nervosismo delle piazze finanziarie alla vigilia della scelta per il Quirinale.

RIUNITE 17 BANCHE CENTRALI: CURIOSITÀ PER LA TURCHIA

Ma il tour delle banche centrali non finisce qui. Oltre a Fed, Bce, Bank of Japan e Bank of England scenderanno in campo: Ungheria, Cile, Indonesia, Svizzera, Norvegia, Messico e Russia, senza trascurare la più eccitante, la Turchia che potrebbe insistere con un ennesimo taglio dei tassi in controtendenza con il resto del pianeta. Incerto l’esito del vertice della Bank of England, anche se la old lady dovrebbe rinunciare al più volte annunciato aumento.

BUY BACK RECORD IN USA

Wall Street ha finora reagito in maniera positiva alla tendenza all’aumento dei tassi reali in attesa di archiviare un anno storico: +25% da gennaio l’S&P 500, dopo 67 chiusure ai massimi. Ma la risposta dei listini, orientati verso il rally di Natale, è anche legata al record dei riacquisti in Borsa da parte delle società: nel terzo trimestre, nota il Wall Street Journal, i buy back sono saliti a 234,6 miliardi di dollari, nuovo record storico.

RIFLETTORI SU IFO E PRODUZIONE INDUSTRIALE

Non mancheranno dati macro di rilievo. La Ue annuncerà domani il dato della produzione industriale destagionalizzata di ottobre. Negli Usa, invece, c’è attesa per l’indice Nfib delle Pmi e per l’indice dei prezzi alla produzione di novembre. Sempre nel Vecchio continente usciranno mercoledì l’indice tedesco manifatturiero e servizi; a seguire, quello manifatturiero della Ue di dicembre e quello dei servizi europee di dicembre.

Dagli Usa si attendono le nuove richieste di sussidi di disoccupazione della settimana dell’11 dicembre, quello delle nuove costruzioni abitative e dei permessi edilizi di novembre, la produzione industriale di novembre, l’indice Pmi manifatturiero e dei servizi di dicembre, l’indice della Fed di Philadelphia di dicembre e l’indice manifatturiero della Fed di Kansas city di dicembre.

Per finire, venerdì uscirà l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche a dicembre, che nella precedente rilevazione era stato di 96,5%. Ma il dato più atteso è quello dell’inflazione tedesca di novembre, visto che l’ultimo dato registrava un balzo del caro vita del 4,9%.

GENERALI: IL PIANO DONNET

Il calendario societario prevede due appuntamenti di grande peso per la finanzia del Bel Paese. L’ad delle Generali, Philippe Donnet, presenterà mercoledì alla comunità finanziaria il suo nuovo piano industriale 2022/2024. La strategia si focalizzerà su tre direttrici di crescita: il digitale e l’Information technology, l’asset management e i mercati assicurativi ad alta redditività, come l’India, dove il Leone sta trattando per aumentare il suo peso in Future Group, ma anche Asia in genere e Usa.

Intanto, il trio Caltagirone-Del Vecchio-fondazione Crt ha raggiunto per ora il 15,5%, con l’intenzione di sfidare la leadership di Mediobanca. Sul piano strategico filtra solo l’indicazione di un contro programma basato sulla valorizzazione di Banca Generali.

TELECOM, POSSIBILE NUOVO WARNING

Altro appuntamento clou: il cda di Telecom Italia, probabile ultimo atto dell’aspro conflitto con l’ex ad Luigi Gubitosi. Non è escluso un terzo profit warning a fronte dei desolanti risultati dell’intesa con Dazn che il futuro ad Pietro Labriola dovrà tentare di correggere. Stamane staccherà la terza tranche della cedola Stm (0,06 dollari).

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