I proxy si schierano compatti al fianco dell’attuale management di Generali. In vista dell’importantissima assemblea dei soci in programma il prossimo per il 24 aprile, chiamata a rinnovare il consiglio d’amministrazione del Leone, Glass Lewis consiglia di votare per la lista di Mediobanca che conferma il supporto a Philippe Donnet per il ruolo di amministratore delegato e ad Andrea Sironi nel ruolo di presidente. La stessa raccomandazione era arrivata qualche giorno fa dall’altro proxy advisor, Iss.
Dopo Pasqua, a Trieste, si prospetta dunque una sfida all’ultimo voto tra la lista Mediobanca (che punta a confermare i vertici attuali) e quella di minoranza di Francesco Gaetano Caltagirone, con Assogestioni possibile terzo incomodo. Resta invece ancora da capire cosa farà Unicredit, che ha in mano il 5,2% della compagnia triestina e che, nonostante abbia più volte ribadito che quello in Generali è solo “un investimento finanziario”, potrebbe decidere di puntare il suo mirino sulla società assicurativa. Soprattutto se ci sarà un eventuale passo indietro su Banco Bpm, opzione su cui la banca sta facendo “tutte le valutazioni”.
In questo contesto, a Piazza Affari il titolo Generali avanza del 2,89% a metà mattinata, riagganciando i 30 euro, le azioni Unicredit guadagnano oltre il 9% mentre quelle Mediobanca sono in rialzo del 6,73% in una giornata in cui rimbalzano tutte le Borse europee dopo la tregua sui dazi stabilita dal presidente Usa Donald Trump.
Glass Lewis ai soci: “Votate per la continuità”
“Riteniamo che gli azionisti sarebbero più avvantaggiati se utilizzassero il loro voto per garantire la continuità del consiglio di amministrazione”, ha scritto nero su bianco Glass Lewis in un report.
Nel complesso, il proxy spiega che Generali “ha mostrato una performance positiva negli anni recenti, insieme con robusti rendimenti per gli azionisti”. Sebbene “alcuni azionisti potrebbero voler supportare la lista di Assogestioni”, continua il report “i soci farebbero meglio a usare il loro voto per assicurare continuità all’attuale board“, guidato da Andrea Sironi e Philippe Donnet come presidente e Ceo.
Glass Lewis ritiene inoltre che “l’attuale composizione del consiglio di amministrazione sia adeguatamente indipendente e fornisca una rappresentanza equilibrata delle competenze chiave per una società di questo settore”.
“Dopo aver esaminato tutte le candidature presentate per l’elezione, il presidente in carica e quello proposto e l’amministratore delegato saranno probabilmente eletti nel board e il consiglio eletto manterrà o aumenterà l’attuale percentuale di indipendenza”, fa notare ancora il proxy.
Proxy compatti al fianco di Donnet
Un giudizio che si somma a quello di Iss, che nei giorni scorsi ha consigliato a sua volta di votare per la lista di Mediobanca, preferendola a quelle presentate dal gruppo Caltagirone e Assogestioni. Da sottolineare che pochi giorni fa gli stessi proxy si sono invece schierati su fronti opposti in merito all’aumento di capitale del Monte dei Paschi propedeutico all’ops su Mediobanca. In vista dell’altra importante assemblea, in questo caso fissata il 17 aprile, Iss ha consigliato ai soci di votare contro l’aumento, Glass Lewis a favore.
Donnet: “Cambiare governance sarebbe un azzardo”
“Pensare di poter cambiare l’assetto di governance senza una direzione industriale chiara e un consiglio coeso sarebbe, francamente, un azzardo”. Lo ha detto il ceo di Generali Philippe Donnet in un’intervista a Il Piccolo di Trieste e ai giornali del gruppo Nem.
Il manager ha aggiunto che “la continuità di una governance con un consiglio guidato dal nostro presidente Andrea Sironi che ha dimostrato grande leadership, e da un management esperto che ha saputo affrontare crisi gravi, è oggi più che mai nell’interesse di tutti gli azionisti, e anche del Paese. Generali è una compagnia sistemica per l’Italia, e la sua stabilità è un fattore di sicurezza anche nel contesto economico più ampio”.
Alla domanda se Caltagirone e Delfin possano incidere sul controllo senza passare da un’Opa, Donnet risponde che “chi vuole controllare Generali deve riconoscere un premio di controllo a tutti gli azionisti. È così in tutte le società quotate, contendibili, e vale anche per noi”.
Quindi conclude. “Questo rumore di fondo non fa bene a Generali, e soprattutto ai suoi azionisti, anche se la performance non ne e’ stata impattata. Quando nove anni fa ho assunto l’incarico, la compagnia era percepita piu’ debole. Oggi non e’ piu’ cosi’.
Negli ultimi anni, grazie alla lista del consiglio, questi temi relativi al peso di singoli azionisti erano scomparsi dal radar degli investitori.