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Generali, Donnet tira dritto: “Già al lavoro sul piano 2022-2024”

Imagoeconomica

Non c’è traccia dello strappo di Caltagirone e Del Vecchio, due soci molto forti, nell’assemblea degli azionisti di Generali. Anzi, forte di un bilancio 2020 che lo stesso Francesco Gaetano Caltagirone ha approvato in quanto membro del Cda oltre che secondo azionista del Leone con una quota superiore al 5% (che non ha però depositato le azioni in assemblea, così come il patron di Luxottica), il CEO “sfiduciato” Philippe Donnet ha ricordato tutti i successi del gruppo assicurativo anche nell’ultimo anno, quello contrassegnato dalla pandemia che Generali ha però superato – stando alle parole del manager francese – “in una posizione di forza e di grande solidità, e meglio dei nostri concorrenti”. Il mandato di Donnet scade nel 2022 e per la sua successione sono già iniziate le manovre dei grandi soci (Caltagirone, Del Vecchio ma anche i Benetton, che hanno quasi il 4%), in vista del rinnovo dell’intero consiglio di amministrazione, per il quale il nuovo statuto prevede che la lista sia presentata dal consiglio uscente in sintonia con le regole adottate anche da Mediobanca.

Nel frattempo l’assemblea approva un bilancio che registra per il secondo anno consecutivo (ma in questo caso nonostante la pandemia) il record storico del risultato operativo di gruppo, che ha raggiunto i 5,208 miliardi di euro (+0,3% dai 5,192 miliardi del 2019). Bene anche l’utile netto, seppur in calo a 1,744 miliardi, ma soprattutto i vertici del Leone hanno tenuto a sottolineare l’eccellente posizione di capitale: “I risultati 2020 – ha detto Donnet in apertura dei lavori assembleari – confermano la validità e la resilienza del nostro modello di business con un risultato operativo record a 5,2 miliardi per il secondo anno consecutivo, un record nella generazione di capitale a quota 4 miliardi e una Solvency al 224% migliore dei nostri concorrenti. Abbiamo minimizzato efficacemente l’impatto della pandemia grazie alla nostra leadership con un modello di business diversificato”. Altro punto di forza, sottoposto al voto dell’assemblea che ha ovviamente approvato, è la generosa politica sui dividendi che Generali è riuscita a riconoscere ai propri azionisti nonostante le iniziali limitazioni delle autorità regolatorie.

Il dividendo relativo al 2019 sarà dunque recuperato ad ottobre, mentre quello sul 2020 viene regolarmente distribuito a maggio: il totale dà così un maxi dividendo da 1,47 euro per azione complessivi, diviso in due tranche (la prima da 1,01 euro, la seconda da 0,46). La proposta di dividendo approvata dall’assemblea comporta un’erogazione massima complessiva di 2,315 miliardi di euro. E poi c’è il piano, quel piano basato su tre pilastri (crescita profittevole, ottimizzazione finanziaria, trasformazione digitale) che scade proprio nel 2021 e la cui realizzazione sarà forse il lascito di Philippe Donnet: “Abbiamo conseguito lo scorso anno importanti risultati su tutti i pilastri della strategia e siamo convinti di raggiungere tutti i target di Generali 2021”, ha detto il CEO che però al di là delle turbolenze nell’azionariato guarda già avanti. “Siamo già al lavoro sul nuovo piano 2022-2024, che parte da basi molto solide perchè Generali 2021 è stato lungimirante”, ha aggiunto.

Il 2020 è stato anche l’anno di operazioni M&A, che Donnet ha tenuto a definire “disciplinate e coerenti”: l’operazione più importante, e anche una di quelle che meno sarebbe stata gradita da Caltagirone, è sicuramente l’acquisizione del 24,4% di Cattolica Assicurazioni, ma c’è stato shopping anche all’estero, in particolare sull’asse mediterraneo. Generali ha infatti incorporato la portoghese Seguradoras Unidas e proprio a dicembre rilevato le attività di Axa in Grecia, Paese dove ha anche esteso l’accordo di bancassurance con Alpha Bank fino al 2040.

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