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Generali, Donnet: “Il focus resta l’Europa”

Imagoeconomica - Sergio Oliverio

L’invecchiamento della popolazione è una grande opportunità per il settore assicurativo e proprio per questo motivo l’Europa non è affatto da considerarsi un mercato saturo. E’ questa la linea guida degli interventi, in apertura dell’assemblea dei soci di Generali a Trieste, del CEO Philippe Donnet e del presidente Gabriele Galateri di Genola: “L’Europa – ha detto il manager francese, riferendosi in particolare alla Germania, dove la presenza sarà più forte dopo l’operazione Leben – resterà uno dei mercati più attraenti. Molti lo considerano saturo, ma per noi non è così: ha un grande potenziale. La sua popolazione sta invecchiando e deve far fronte ad esigenze che gli Stati sono sempre meno pronti a soddisfare, come le pensioni e l’assistenza sanitaria”.

E’ proprio su questo fronte che si orienterà dunque il business del Leone alato, che punterà sempre di più sull’innovazione tecnologica, senza però dimenticare la distribuzione fisica, “che rimarrà fondamentale attraverso il ruolo centrale degli agenti”, e sugli investimenti sostenibili. E soprattutto su un nuovo paradigma assicurativo e cioè quello di diventare “partner di vita” dei clienti. “Offriremo protezione dei danni ma anche prevenzione e servizio – ha argomentato Donnet, alla sua quarta assemblea da numero uno del gruppo italiano -. Il nostro scopo in definitiva è quello di aiutare le persone a costruirsi un futuro più sicuro, prendendoci cura non solo dei loro soldi ma anche delle loro vite”.

Un obiettivo ambizioso, che nel piano industriale 2015-2018, appena concluso, ha prodotto risultati persino migliori di quelli annunciati. Solo nel 2018 il risultato netto è cresciuto del 9,4% rispetto all’anno precedente, e nel piano attuale, con scadenza 2021, è già stato stabilito che l’utile per azione crescerà almeno del 6% ogni anno e potenzialmente fino all’8%. Per quanto riguarda il dividendo, quello che viene sottoposto all’assemblea e che sarà elargito a maggio è superiore del 5,9% a quello del 2017, arrivando a 0,9 euro per azione. “Nel piano appena concluso – ha illustrato Donnet – abbiamo distribuito 5,1 miliardi di dividendi, rispetto ai 5 miliardi previsti. Abbiamo anche generato 8 miliardi di cassa operativa, mentre quattro anni fa avevamo stimato di generarne 7 miliardi”. Il che apre anche alla possibilità di acquisizioni, soprattutto nel business dell’asset management, come ha confermato il manager francese rispondendo alle domande degli azionisti: “In quell’attività vogliamo crescere di qualcosa tra il 15 e il 20%, con la possibilità di fare delle acquisizioni. Saremo allo stesso tempo disciplinati e opportunisti”.

I risultati sembrano aver pagato anche in Borsa, almeno nel periodo più recente: partendo da novembre 2016, momento di aggiornamento dell’ultimo piano, il titolo Generali ha guadagnato il 48,6%, contro il 18,2% dell’indice Eurostoxx assicurativo. Anche il piano presentato lo scorso novembre, che conferma i tre capisaldi della dottrina Donnet (crescita profittevole, gestione del capitale e ottimizzazione finanziaria, trasformazione digitale) e che offrirà “soluzioni innovative che daranno più valore aggiunto e saranno più resistenti alla volatilità del mercato”, è piaciuto agli investitori: da quel momento il titolo ha guadagnato un ulteriore 22,2%, rispetto al +13,6% dell’Eurostxx di settore e al +19% del Ftse Mib. C’è però anche chi ricorda che negli ultimi 12 mesi, e cioè nel lasso di tempo tra le ultime due assemblee, il titolo sia cresciuto solo del 2,2%.

Il CEO del gruppo triestino ha anche voluto ricordare l’impegno di Generali in quella che è la grande sfida globale del momento: l’ambiente. “Da qui al 2021 faremo 4,5 miliardi di investimenti verdi e amplieremo l’offerta di prodotti per i cosiddetti clienti responsabili, cioè per coloro che cercano la sostenibilità nel loro portafoglio di investimenti. Inoltre il progetto The Human Safety Net, pensato per combattere le situazioni di ineguaglianza estrema, è ora attivo in 18 Paesi”. Sui cambiamenti climatici è intervenuto anche il presidente Galateri in apertura dei lavori, ricordando come “molti danni provocati dai disastri naturali non sono oggi coperti da assicurazione: il nostro ruolo è quello di prevenirli, mitigarli e coprirli”.

L’assemblea era chiamata inoltre a rinnovare il board per il prossimo triennio. Nonostante qualche tensione tra i soci la conferma dei vertici, a partire dal CEO Philippe Donnet e dal presidente Gabriele Galateri, è stata scontata, con il nuovo Cda che sarà per 11 tredicesimi identico a quello uscente. Questo nonostante la crescita della presenza dei grandi gruppi italiani nel capitale, con Caltagirone (confermato vicepresidente) al 5%, Benetton passato dallo 0,94% di tre anni fa al 4%, e Del Vecchio salito dal 3,16% di un anno fa al 4,86%. Nel 2016 questi tre azionisti andarono in assemblea col 7,1%, oggi quasi con il doppio, ma nonostante questo nella lista presentata da Mediobanca (ancora primo azionista con quasi il 13%) non è stata loro riconosciuta una maggiore rappresentanza nel consiglio di amministrazione.

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Categories: Finanza e Mercati