L’effetto coronavirus pesa sui conti del gruppo Generali, che chiude il primo semestre 2020 con un utile netto di 774 milioni, in calo del 56,7% su base annua. A incidere sono tre fattori: 226 milioni di svalutazioni nette su investimenti legate all’andamento dei mercati finanziari; 183 milioni per la conclusione dell’arbitrato sulla cessione di Bsi e altri 100 milioni destinati al Fondo Straordinario Internazionale per l’emergenza da pandemia. Se si esclude quest’ultima voce di spesa, l’utile netto normalizzato si attesta a 1,032 miliardi e la flessione tendenziale risulta più che dimezzata, al 21,2%.
Per quanto riguarda le altre voci di bilancio, il risultato operativo è stabile a circa 2,7 miliardi, con la crescita dei segmenti Danni e Asset Management (grazie anche alle recenti acquisizioni) e di quello Holding e altre attività, che compensano la flessione del Vita (raccolta netta a 7,005 miliardi, in calo del 4,9% per minori premi e maggiori riscatti in Francia e in Germania).
Sempre nei primi sei mesi dell’anno, i premi complessivi lordi hanno raggiunto quota 36,5 miliardi (+1,2%), con andamenti positivi sia nel Vita (+1,3%, a 24,645 miliardi) che nel Danni (+0,9%, a 11,833 miliardi).
Sul versante patrimoniale, a giugno il Solvency Ratio si attestava al 194%, in calo di 2 punti percentuali rispetto alla fine del primo trimestre e del 30% rispetto a fine 2019 (quando si attestava al 224%). La diminuzione, spiega Generali, “è ascrivibile all’impatto negativo delle varianze di mercato (-26 pp) legate alla pandemia Covid-19 e dei cambi regolamentari (-4 pp) recepiti a inizio anno”.
Il primo semestre “conferma la validità della strategia, la solidità del modello di business e l’eccellenza tecnica di Generali, in un contesto che non ha precedenti e che ha visto il gruppo impegnato a favore delle comunità colpite dal Covid-19 anche attraverso il Fondo Straordinario Internazionale”, commenta il Ceo di Generali, Philippe Donnet.
“Il gruppo ha affrontato questo momento accelerando l’innovazione e la trasformazione digitale del business e del modello operativo – continua il manager – eseguendo in maniera disciplinata ed efficace la strategia Generali 2021 e perseguendo una crescita sostenibile, anche se adattandola al nuovo scenario”. Il manager francese ha tenuto anche a ricordare che “il risultato operativo è in linea con 2019, anno in cui abbiamo raggiunto un risultato record”.
Inoltre, “abbiamo fatto l’annuncio di una proposta di partnership industriale con Cattolica che ci consentirebbe di aumentare l’utile e di creare valore per entrambi i partner – ricorda Donnet –. La partnership è condizionata alla trasformazione in Spa: i soci di Cattolica hanno l’assemblea venerdì e prenderanno la loro decisione. Qualsiasi essa sia, ovviamente la rispetteremo”.
Quanto alla cedola, “a oggi intendiamo pagare il dividendo previsto – prosegue il Ceo –. Abbiamo già pagato la prima tranche: il Cda che si terrà l’11 novembre farà le sue valutazioni sulla capacità a confermare questo dividendo ma oggi non vedo motivi che potrebbero impedire il pagamento”.
Infine, Donnet ha detto che per l’M&A il gruppo Generali ha oggi a disposizione una potenza di fuoco tra 2 e 3 miliardi di euro: “Dopo le acquisizioni già realizzate in Portogallo e in Cile, c’è margine per valutare altre opportunità. Il focus rimane l’Europa per quanto riguarda l’assicurazione. A parte Cattolica però non c’è nulla di concreto al momento”.