Generali conferma i target annunciati a maggio 2015. Generazione di cassa di 7 mld, dividendi a quota 5 miliardi in pagamento dal 2016 al 2019 e Roe operativo medio del 13% “anche in presenza di un contesto macroeconomico progressivamente peggiorato negli ultimi 18 mesi e di un elevato grado di incertezza sulle prospettive future dei mercati”. Ma smentisce decisamente, con le parole del Ceo Philippe Donnet, le indiscrezioni circolate sui tagli di personale: “Non abbiamo mai annunciato 8.000 esuberi. Non esiste”, ha detto il top manager nella conference call con le agenzie stampa sull’aggiornamento del piano industriale al 2018. “Siamo già efficienti – ha aggiunto – ma vogliamo diventarlo ancora più grazie a programmi di trasformazione e efficientamento nelle nostre business unit locali. Vogliamo che la produttività media salga del 15% al 2019”. Tutte le società del gruppo sono dunque chiamate a varare programmi in linea con i target e in questa logica, potranno esserci – ha chiarito Donnet – ulteriori riduzioni di personale come quella da 1.500 “teste” scattata da marzo. I singoli programmi potranno anche fare leva sul blocco delle assunzioni e sulle uscite naturali per centrare i target. “L’attenzione è su tutti i costi, inclusi quelli di personale. L’Italia ha già fatto una parte del percorso ma nessun Paese è escluso dalla revisione complessiva sui costi” ha ulteriormente chiarito in conferenza stampa. Il titolo che, sulla scorta delle voci sui tagli, martedì aveva conquistato la guida dei rialzi in Piazza Affari, oggi è in calo del 4% alle 15,30.
Il gruppo assicurativo ha presentato a Londra l’aggiornamento del proprio modello di business per il 2015-2018, definito lo scorso anno dall’ex Ceo Mario Greco e ora confermato – nei suoi obiettivi – dal nuovo amministratore delegato Philippe Donnet. Aprendo l’Investors Day a Londra Donnet ha ripetutamente sottolineato di volere “fare dell’eccellenza la nostra ossessione”. Per questo gli obiettivi del piano aggiornato dovranno valere per tutti i Paesi e per tutte le unità operative. Donnet ha sottolineato il valore della rete di distribuzione e il punto di forza che rappresenta per il gruppo, con particolare focus su Italia e Germania. “Il controllo della rete – ha aggiunto – è un punto chiave per la direzione del business e per gestire al meglio il nostro portafoglio. Crediamo nei canali esclusivi”. Ha precisato che dal piano del maggio 2015 “lo scenario di mercato si è deteriorato ma le linee-guida che ci siamo dati possono più che compensare l’ambiente avverso. Dobbiamo accelerare i tempi di esecuzione per centrare i target ambiziosi che confermiamo”.
Presenza geografica, dismissioni e M&A
Rimane il focus sui mercati chiave e continua il processo di razionalizzazione su quelli con minori prospettive di crescita, già avviato con la dismissione dei business in Guatemala e Lichtenstein, “che porterà a ricavi aggiuntivi pari ad almeno 1 miliardo entro il 2018”. “Per essere chiari, il monte dividendi – ha proseguito Donnet – non è legato alle dismissioni e sarà pagato con i proventi del business ordinario”. Dalle dismissioni arriverà invece la provvista per “operazioni ad alto ritorno, se e quando troveremo la giusta opportunità” ma – ha avvisato Donnet – portiamo avanti una forte disciplina e non intendiamo strapagare”.
Per centrare il target di posizionarsi tra i primi 5 operatori in ogni Paese, Generali ha già operato una revisione del portafoglio e si muoverà in una logica di rafforzamento in 6-9 Paesi, tutti in Europa. Tra questi c’è l’Italia dove la produttività è cresciuta del 30% ma dove miglioramenti sono ancora possibili ha chiarito Donnet. E’ in arrivo anche il Country Manager (per ora è il Ceo a svolgere il ruolo), “faremo una scelta interna”. C’è poi un secondo gruppo di 16-18 Paesi attraenti ma dove è necessario intervenire e ottimizzare. Qui rientrano Asia e Sud America dove si punta su una “crescita disciplinata” e investimenti. Infine, sono da 13 a 15 i Paesi da cui Generali vuole uscire: rappresentano il 5% dei premi e l’1% del risultato operativo di gruppo. In Asia, il gruppo ha già raggiunto l’obiettivo Top5 in Cina, Indonesia e Vietnam mentre in altri Paesi – ha affermato Frédéric de Courtois (Global business lines) – bisognerà focalizzare sul mix dei prodotti e lo sviluppo ulteriore del ramo danni. “L’Oriente non è intoccabile” ha precisato. Diverso il caso sudamericano: in Argentina Generali è leader e intende continuare a diversificare nel non motor; il Brasile è cresciuto più del previsto, il break even è atteso nel 2017 e si punta ad incrementare la rete dei broker dopo l’accordo con BMG (+ 3 milioni di clienti).
Macchina operativa
Nei mercati maturi si avvierà un processo di ristrutturazione, integrazione e semplificazione che consentirà una significativa riduzione netta dei costi per € 200 milioni. Il gruppo inoltre investirà 700 milioni in tecnologia e innovazione per migliorare le proprie performance.
Ramo Danni e Vita
Nei Danni il Gruppo punta all’ulteriore miglioramento del CoR (combined ratio, indica l’incidenza dei costi sui profitti) rispetto ai concorrenti entro il 2018. Gli strumenti per realizzare l’obiettivo sono una rafforzata sofisticazione delle tariffe nell’auto, sempre più cucite addosso al consumatore, grazie anche alla profilazione dati (MyDrive e Progressive). Nel non auto verranno promosse offerte innovative per spingere la crescita (premi diretti lordi tra il 2% e il 4% al 2018), tra cui prodotti connessi (Smart Home), prodotti modulari, prodotti per i rischi emergenti (cyber risk).
Nella gestione dei sinistri, ulteriore stretta sulle frodi e uso di analytics.
Nel ramo Vita confermata la crescita della quota di nuova produzione con prodotti a basso assorbimento di capitale (+8% nei tre principali mercati: Italia, Germania, Francia)
Azioni di lungo periodo
Oltre al ribilanciamento della struttura di portafoglio, hanno un ruolo prioritario l’innovazione nel rapporto con clienti e reti distributive e il rafforzamento del brand.
Nel ramo Vita, dalla gestione attiva delle passività (Active Liability Management), il management punta a ottenere una riduzione di 30 bps della garanzia nel portafoglio Vita a un valore medio pari a 1,5% al 2018 e un aumento del 6% delle riserve capital-light (business vita a basso assorbimento di capitale).
Un capitolo importante riguarda clienti e rete distributiva dove si punta ad una innovazione con piattaforme digitali e il miglioramento del rapporto con la clientela anche attraverso il nuovo Mobile Hub che consentirà , tramite smartphone, di instaurare un rapporto più diretto e immediato tra cliente e agente. L’obiettivo è di aumentare la fidelizzazione del 2%. Quanto al brand, il Gruppo punta a incrementare del 3% il grado di preferenza nei mercati maturi e del 10% quello di consapevolezza nei mercati promettenti.
Mps e Atlante 2
Alla vigilia dell’assemblea Mps, in calendario domani giovedì, Donnet ha confermato la disponibilità di Generali nel piano di conversione delle obbligazioni Monte Paschi sul quale si è impegnato il management della banca senese. “Abbiamo dato la nostra disponibilità – ha detto il Ceo di Generali – e il nostro orientamento non è cambiato. Attendiamo di conoscere la proposta di conversione per poterla valutare e prendere la decisione giusta”. Quanto ad Atlante 2, dopo aver investito 150 milioni in Atlante 1 “per noi oggi non è la priorità che rimane Mps. Non possiamo fare la conversione delle obbligazioni e contemporaneamente investire in Atlante 2. Non avrebbe senso”, ha concluso Donnet.
(Aggiornato alle 14 e alle 15,30)