La richiesta di chiarimenti inviata dalle Generali alle Autorità di vigilanza sulle partecipazioni azionarie di Caltagirone, Del Vecchio e della Fondazione Crt nel Leone è il segnale inequivocabile che la battaglia per il controllo della prima compagnia assicuratrice italiana si sta scaldando giorno dopo giorno, in vista dell’assemblea del prossimo 29 aprile sul rinnovo del board.
La richiesta all’Ivass…
Le Generali hanno inviato due distinte richieste. La prima è indirizzata all’Ivass – l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, presieduta da Luigi Federico Signorini in qualità di Direttore Generale della Banca d’Italia – e chiede di accertare se “la partecipazione complessivamente acquisita dal Gruppo Caltagirone, da Fondazione Crt e da Delfin, pari al 16,309% (di Generali), sia soggetta ad autorizzazione ai sensi della normativa in tema di assicurazioni in relazione all”acquisizione di concerto di partecipazioni qualificate, comunque superiori al 10%”.
…e quella alla Consob
La seconda richiesta è invece rivolta alla Consob, l’organismo di vigilanza sulla Borsa presieduto da Paolo Savona, e sollecita chiarimenti per capire se l’acquisizione di quote di Generali da parte del trio Caltagirone, Del Vecchio e Crt “sia soggetta agli obblighi di comunicazione in ordine, tra l’altro, ai programmi futuri (di acquisto di azioni del Leone, Ndr) ai sensi della normativa vigente per coloro che, anche di concerto, superino una percentuale del 10% del capitale sociale e se vi siano state asimmetrie informative rilevanti per il mercato”.
La posta in gioco è il controllo di Generali
Sembrano questioni meramente legali ma non lo sono affatto, perché se si configurasse il concerto tra Caltagirone, Del Vecchio e Crt si aprirebbero nuovi scenari nel caso futuro che il trio superasse il 25% del capitale facendo scattare l’obbligo di Opa.
Per la verità, nei giorni scorsi Caltagirone, dopo essersi polemicamente dimesso dalla vicepresidenza e dal cda di Generali, ha cercato di giocare d’anticipo giudicando superato il patto di consultazione con Del Vecchio e Crt e uscendone per avere le mani libere in vista di possibili nuovi acquisti di azioni.
Ora dunque tocca alle Autorità di vigilanza stabilire se tra i tre soci che si oppongono all’attuale gestione di Generali sostenuta da Mediobanca vi sia o no concerto e quali siano gli obblighi che ne discendono. Intanto, è chiaro a tutti che i tre mesi che mancano all’attesissima assemblea di Generali del 29 aprile per il rinnovo dei vertici non saranno caldi, ma incandescenti.