Non c’è pace per le Generali in vista del rinnovo degli incarichi di vertice della prossima primavera. Del Vecchio (5%) e Caltagirone (5,6%), che dopo Mediobanca (13%) sono i soci più rilevanti della prima compagnia assicurativa italiana, non fanno mistero di non gradire il rinnovo del board pilotato da Piazzetta Cuccia sulla base di una lista di candidati messa a punto per la prima volta dal cda uscente, che ha il suo Ad in Philippe Donnet, da poco divenuto cittadino italiano. Ma ora c’è di più.
Dopo essersi polemicamente rifiutato di presentare in assemblea le proprie azioni, Francesco Gaetano Caltagirone, secondo quanto riferisce oggi “la Repubblica“, ha inviato un’email ai consiglieri d’amministrazione manifestando il proprio dissenso sulla conduzione di Generali e proponendo una diversa governance. Caltagirone chiede di accentrare maggiori poteri nel presidente, a cui forse aspira, sottraendoli all’amministratore delegato, di nominare un Direttore generale e di creare un comitato esecutivo. Lo scopo è evidente ed è quello di ridimensionare Donnet e di rendergli la vita sempre più difficile alla guida di Generali.
Oggi è in programma una riunione del cda di Generali per approvare i conti del primo trimestre 2021 e non è detto che il tema della governance non venga riproposto, anche se ormai è chiaro che non si tratta di discutere di astratti modelli di conduzione della compagnia ma di metterne in discussione gli attuali equilibri in vista della battaglia finale della primavera del 2022, quando il board dovrà essere rinnovato. Nel frattempo, bisognerà anche vedere cosa succederà in Mediobanca, dove Caltagirone è di recente entrato con l’1% del capitale, ma dove soprattutto bisognerà tenere d’occhio le mosse di Del Vecchio, che può salire fino al 20% dell’istituto di Piazzetta Cuccia e che vedrebbe con molto favore una fusione tra Mediobanca e Unicredit dopo l’arrivo di Andrea Orcel alla guida della seconda banca italiana.