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General Electric si divide in 3: addio all’ultimo gigante

Photo by Jonathan Simcoe on Unsplash

Per sopravvivere, il colosso americano General Electric si divide in tre: le sezioni energia e sanità diventeranno aziende nuove e autonome, mentre il comparto aviazione sarà quello su cui continuerà a concentrarsi la società originaria. L’operazione punta ad aumentare l’efficienza, anche per recuperare il terreno perduto a Wall Street, dove di solito gli operatori valutano positivamente questo genere di iniziativa.

Fondata nel 1892 a Schenectady, nello stato di New York, General Electric è stata a lungo l’alfiere delle grandi multinazionali manifatturiere americane e ad oggi è l’ultimo rappresentante del Dow Jones delle origini (anche se la sua permanenza nell’indice si è interrotta nel 2018).

Il declino del gruppo è iniziato nel 2008, quando la crisi ha messo in ginocchio la divisione finanziaria. All’epoca, l’azienda aveva partecipazioni nei settori più disparati, compreso quello televisivo, dove controllava la Nbc. Era un modo di fare affari fondato sulla convinzione che per avere successo fosse necessario il massimo livello di diversificazione possibile. Ma il mondo era cambiato rispetto al 900 – come dimostrò l’ascesa dei colossi della Silicon Valley – e General Electric non riuscì più a risollevarsi dalla crisi.

Una dopo l’altra, le attività furono vendute o scorporate (dal petrolio al gas, dagli elettrodomestici alle locomotive, passando per i servizi finanziari), ma ormai era troppo tardi: nessuna di queste operazioni bastò a innescare il rilancio. E così, nel 2018, arrivò alla guida del gruppo un manager esterno, Larry Culp, a cui fu affidato il compito di rivoluzionare il gruppo. La prima mossa fu tagliare i costi dimezzando i dipendenti, scesi dagli oltre 300mila del 2014 ai 161mila di oggi. L’operazione si completa adesso con la divisione di General Electric in tre parti.

Il settore sanitario, che si occupa principalmente di produrre macchinari per ospedali, sarà affidato a Peter Arduini, mentre Scott Strazik prenderà il controllo della divisione energetica, che viene fusa con quella delle rinnovabili. Infine, John Slattery guiderà l’aviazione e Culp manterrà le poltrone di presidente e Ceo per gestire il completamento degli spinoff, con la prospettiva poi di rimanere a guidare ciò che resterà della Ge, cioè la parte dedicata agli aerei.

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