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Gaza tregua: firmato l’accordo Israele-Hamas per il cessate il fuoco. Ben Gvir, ministro di Netanyahu, pronto a lasciare

Imagoeconomica

E tregua a Gaza sia. Dopo una giornata al cardiopalma, tra intese – prima stipulate ma poi messe in discussione – e possibili passi indietro che sino alla fine hanno fatto temere il nulla di fatto, nella notte è stato firmato l’accordo Israele-Hamas. Obiettivo: il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. Con un giorno di ritardo, i rappresentanti di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar, riuniti a Doha, hanno superato gli ultimi ostacoli per un’intesa.

Gaza tregua, firmato l’accordo Israele-Hamas

Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà oggi dopo aver finalizzato gli ultimi dettagli dell’accordo per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo ha reso noto l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mentre Washington si è detta “fiduciosa” sull’inizio del cessate il fuoco da domenica, quando la tregua, annunciata mercoledì dal Qatar e dagli Stati Uniti, dovrà entrare in vigore se sarà votata dal governo israeliano. In una prima fase di sei settimane, prevede il rilascio di 33 ostaggi detenuti nel territorio palestinese, in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi detenuti da Israele.

Gaza tregua, le fasi dell’accordo

In questa prima fase verrà negoziata la fine definitiva della guerra. “Il primo ministro Benjamin Netanyahu è stato informato dalla squadra negoziale che sono stati raggiunti accordi per il rilascio degli ostaggi”, ha affermato il suo ufficio in una nota. “Il primo ministro ha ordinato che il gabinetto politico e di sicurezza si riunisca domani. Il governo si riunirà poi per approvare l’accordo”, ha comunicato ieri l’ufficio di Netanyahu, aggiungendo che le famiglie degli ostaggi sono state informate e sono in corso i preparativi per accoglierli.

Gaza tregua, cosa hanno detto i Paesi del G7

In un comunicato, i leader dei Paesi del G7 hanno definito l’accordo “una notizia importante” e hanno chiesto ad Hamas e Israele di “garantirne la piena attuazione e la fine definitiva delle ostilità”. Il primo ministro israeliano è certo di ottenere la maggioranza nonostante l’opposizione dei ministri di estrema destra.

Gaza tregua, ministro Ben Gvir pronto a lasciare

Uno di loro, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, ha detto ieri che si dimetterebbe se il governo adottasse l’accordo “irresponsabile” di tregua con Hamas. Israele ha dichiarato che Hamas è tornato indietro “su alcuni punti” dell’accordo. Il movimento islamista ha avvertito che “qualsiasi aggressione, qualsiasi bombardamento” da parte di Israele su Gaza mette in pericolo gli ostaggi.

Gaza tregua, le reazioni. Ma gli attacchi continuano

Il capo della diplomazia Usa, Antony Blinken, si è invece detto ”fiducioso” sull’entrata in vigore dell’accordo. “Mi aspetto che l’attuazione inizi, come abbiamo detto, domenica”, ha detto in una conferenza stampa di addio a Washington. L’Egitto, che ha partecipato agli sforzi di mediazione con il Qatar e gli Stati Uniti, ha chiesto che l’accordo venga attuato “senza indugio”.

Nella Striscia di Gaza, dove l’annuncio della tregua aveva suscitato scene di gioia, gli attacchi israeliani hanno provocato 81 morti in 24 ore, ha riferito ieri il ministero della Sanità di Hamas. La Protezione Civile ha riferito di una ”forte intensificazione” dei bombardamenti, che sono continuati per tutta la giornata. L’esercito ha detto di aver colpito circa “50 obiettivi” in 24 ore.

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