Il negoziato tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi in cambio di una tregua nella Striscia è in stallo. Qualcosa, forse, si sta muovendo per i 240 ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e ancora nelle mani di Hamas. Anche se è difficile trovare conferme in un conflitto in cui trovano più spazio le dichiarazioni propagandistiche. Secondo le anticipazioni delle agenzie l’accordo sarebbe in fase di stallo, con il rilascio di 50 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di alcuni giorni sulla Striscia di Gaza, perché non si troverebbe un’intesa sulla durata dello stop ai combattimenti. Hamas ne chiede cinque, mentre Israele non ne concederebbe più di tre. Nonostante lo stallo il presidente americano Joe Biden è “moderatamente fiducioso” anche se ammette di essere all’oscuro degli ultimi fatti dovuti al suo incontro con il leader cinese Xi Jinping. Nel frattempo, sul campo prosegue senza sosta la ricerca da parte dell’esercito dei nascondigli in cui vengono tenuti i rapiti. Nell’ospedale di al-Shifa sono stati rinvenuti armi e altri beni di Hamas che ribattono “è una palese menzogna”, Israele, “sta cercando di giustificare i suoi crimini e la distruzione del sistema sanitario a Gaza”. Sale la tensione in Cisgiordania: tre palestinesi armati sono stati colpiti dopo che avevano ferito sei civili israeliani in un agguato armato condotto all’ingresso di un tunnel nella zona di Betlemme.
L’Onu chiede pause umanitarie a Gaza. Israele dice No al cessate il fuoco
Con 12 voti a favore e tre astenuti – Russia, Uk e Usa – il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione presentata da Malta in cui si chiedono “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi in tutta la Striscia di Gaza per un numero sufficiente di giorni per consentire l’accesso di aiuti”. L’Onu ha chiesto poi “l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi” in mano ad Hamas. Ma Tel Aviv ha risposto con un secco No: “Non c’è posto per tali misure finché gli ostaggi saranno tenuti nelle mani di Hamas”, si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri dello Stato ebraico. Secondo l’ambasciatore di Israele presso l’Onu, Gilad Erdan, la risoluzione è “distaccata dalla realtà” ed “è deplorevole che il Consiglio continui a ignorare e si rifiuti di condannare o anche solo menzionare il massacro compiuto da Hamas”.
Biden: “La guerra? “Finirà quando Hamas sarà sconfitta”
Il presidente Joe Biden si è detto ”leggermente fiducioso” sulla possibilità di raggiungere un accordo per la liberazione dei circa 240 ostaggi portati da Israele nella Striscia di Gaza, sottolineando che ”abbiamo ottenuto una grande collaborazione da parte del Qatar”, importante mediatore nella regione del Medioriente. ”Non voglio correre troppo perché non so cosa sia successo nelle ultime quattro ore”, ha detto Biden facendo riferimento alla durata del suo colloquio con il presidente cinese Xi Jinping.
Sul blitz israeliano nell’ospedale di Gaza, ha detto che “il primo crimine di guerra è stato commesso da Hamas, che ha nascosto il proprio quartier generale, armi e materiali in questo ospedale, e sospetto anche in altri”. La guerra? “Finirà quando Hamas sarà sconfitta“. Biden ha anche affermato di aver chiarito “agli israeliani che sarebbe un errore rioccupare la Striscia di Gaza” e di aver detto a Benjamin Netanyahu “che quella dei due Stati è l’unica soluzione”.
Israele: “Colpita la casa del leader di Hamas Haniyeh a Gaza”
Un aereo israeliano ha colpito la casa del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, nella Striscia. Lo riporta il Times of Israel ricordando che Haniyeh vive in esilio in Qatar. Lo hanno reso noto le Forze di difesa israeliane (Idf) affermando che la casa era “utilizzata come infrastruttura terroristica e, tra le altre cose, come luogo di incontro per gli alti funzionari dell’organizzazione” di Hamas. L’Idf ha condiviso un video del raid.
Trovate munizioni e armi di Hamas ad Al-Shifa
L’esercito israeliano ha riferito anche di avere trovato “munizioni, armi ed equipaggiamento militare” di Hamas all’interno dell’ospedale Al-Shifa, pubblicando le immagini di ciò che ha rinvenuto. La notizia è stata però smentita dal ministero della Sanità dell’enclave, gestito da Hamas. Le forze armate israeliane “non hanno trovato né armi né equipaggiamento militare” nell’ospedale, ha assicurato il ministero, affermando di “non autorizzare” la presenza di armi nei suoi stabilimenti.