Oltre ad Hamas vi sono altri gruppi impegnati nella lotta a Israele a Gaza. In seguito alle elezioni per l’Autorità Nazionale Palestinese del 2006, prime ed ultime elezioni democratiche effettuate, vinte da Hamas con il 44% contro il 41% di Al-Fatah, nel 2007 si arrivò alla guerra vera e propria tra le due fazioni. La sconfitta militare di Al-Fatah a Gaza, comportò la sua espulsione totale dal territorio, con il suo capo gettato da una finestra di un alto palazzo. Da allora gli altri gruppi militanti palestinesi, anche laici, per continuare ad operare a Gaza, si allearono e/o sottomisero ad Hamas.
Movimento per il Jihad islamico in Palestina (PIJ)
Il movimento per il Jihad islamico in Palestina è un’organizzazione radicale, designata come terrorista dal Consiglio europeo, dagli Stati Uniti e Canada, oltre che da Israele, è la seconda più grande organizzazione militante palestinese a Gaza dopo Hamas, al governo della Striscia. Da quando è stato fondato, nel 1981, il Movimento per il Jihad islamico ha lanciato migliaia di razzi e ha tentato in innumerevoli modi di danneggiare e uccidere i civili israeliani.
Fondato da islamisti intransigenti, il gruppo affonda le sue radici nei campi profughi palestinesi e si ritiene che sia composto oggi da alcune migliaia di combattenti. Considerata una forza “per procura” iraniana, la sua leadership ha sede nella capitale siriana, Damasco: secondo Israele il gruppo riceverebbe milioni di dollari in finanziamenti iraniani ogni anno.
Dal 2019 il movimento si è reso responsabile del lancio di centinaia di razzi contro obiettivi civili israeliani, ha tentato di infiltrarsi in Israele scavando tunnel sotterranei per attacchi e ha sparato ai soldati dell’IDF al confine israeliano. Ha partecipato al recente attacco al territorio israeliano da Gaza in coordinazione con Hamas, catturando una trentina di ostaggi israeliani sui centocinquanta in totale che sembra che siano in mano alle forze palestinesi di Gaza.
Comitati di Resistenza Popolare (Peoples Resistance Committe – PRC)
I Comitati di Resistenza Popolare sono un ampio gruppo di fazioni armate a Gaza. Il braccio armato della PRC sono le Brigate al-Nasser Salah al-Din, anche se in pratica non sembra esserci una reale distinzione tra le due ed è attualmente guidata da Abu Yasser Shashnyeh. Sono il terzo gruppo armato più grande a Gaza, dopo le Brigate Izz al-Din al-Qassam (IQB) di Hamas e le Brigate Al-Quds (AQB) della Jihad islamica. Sono forti alleati di Hamas e della Jihad islamica e hanno fornito personale alle forze di polizia di Gaza.
Secondo quanto riferito, Hamas ha messo l’ex leader del gruppo, Jamal Abu Samhadana, a capo della sua forza esecutiva paramilitare dopo aver vinto le elezioni del 2006. La PRC si ispira all’ideologia islamista. Israele accusa l’Iran di sostenere e finanziare la PRC.
Durante la Seconda Intifada, la PRC si è coalizzata attorno a membri di Fatah nel sud della Striscia di Gaza contrari all’Autorità Palestinese (AP) e agli Accordi di Oslo. La maggior parte dei combattenti proveniva dai Tanzim, la fazione militante del movimento palestinese Fatah, guidato da Marwan Barghouti, attualmente nelle prigioni israeliane condannato all’ergastolo e ufficiali delle forze di intelligence e di polizia dell’Autorità Palestinese”.
Nell’aprile 2001, Yasser Arafat avrebbe ordinato lo scioglimento della PRC e il ritorno dei suoi combattenti alle istituzioni di sicurezza originarie. Tuttavia, i leader della PRC si rifiutarono di conformarsi. Si ritiene che la PRC includa ora anche ex membri del FPLP. La PRC ha partecipato a operazioni militari congiunte con la Jihad Islamica, inclusa la cattura e la detenzione del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2006. Si ritiene che siano loro i responsabili di una minoranza del lancio di razzi da Gaza testimoniato all’inizio del 2017, nonché dell’attacco con IED (ordigno improvvisati) del 17 febbraio 2017 contro soldati dell’IDF al confine di Gaza.
Nel settembre 2005, hanno rivendicato l’uccisione di Moussa Arafat (cugino di Yasser Arafat ed ex capo dei servizi di sicurezza palestinesi) a Gaza, e sono anche collegati all’uccisione di 3 diplomatici americani a Gaza nell’ottobre 2003.
Brigate Abu Ali Mustafa – FPLP
Le Brigate Abu Ali Mustafa sono il braccio armato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Funzionano sia in Cisgiordania che a Gaza. Ha effettuato attentati con autobombe e suicidi contro obiettivi israeliani (compresi civili) a Gerusalemme e in Cisgiordania durante la Seconda Intifada.
Una delle loro operazioni degne di nota fu l’assassinio del ministro israeliano dell’agricoltura Rehavam Ze’evi nell’ottobre 2001. Ciò avvenne dopo che Israele aveva assassinato l’allora segretario generale del FPLP Abu Ali Mustafa. Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) è la seconda fazione più grande e la principale forza di opposizione a Fatah all’interno dell’OLP, e si definisce un gruppo socialista rivoluzionario, è in declino dagli anni ’80 in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, che ne era stata il principale benefattore. La sua posizione è stata ulteriormente messa in discussione dall’emergere di gruppi non appartenenti all’OLP come Hamas e la Jihad islamica (PIJ). Nonostante sia un gruppo laico, sta operando in alleanza ad Hamas, Jihad Islamica e PRC a Gaza da tempo ed ha partecipato ai recenti attacchi ad Israele in coordinazione con loro.
Brigate Martiri di al-Aqsa-Nidal al-Amoudi (AMB-NA) – Fatah
Le Brigate dei Martiri di al-Aqsa-Nidal al-Amoudi (AMB-NA) sono un gruppo armato palestinese che opera a Gaza. Come suggerisce il nome, si tratta di un gruppo scissionista formato da membri delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa (AMB), allineati con Fatah, che si sono rifiutati di deporre le armi o di integrare le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese dopo la fine della Seconda Intifada.
Salafiti-Jihadi
Un piccolo numero di diversi gruppi salafiti-jihadisti si è formato in seguito alla presa della Striscia di Gaza da parte di Hamas nel 2007. Alcuni di questi gruppi erano formati da membri scontenti di Hamas che erano diventati sempre più critici nei confronti di quello che vedevano come un ammorbidimento delle posizioni nei confronti di Israele. Altri gruppi furono formati da clan per ottenere legittimità politica. I gruppi salafiti-jihadisti hanno solo una presenza marginale e sono tenuti nella morsa di Hamas.