Matteo Salvini scavalca i Cinquestelle anche in tema di energia. Non bastavano le polemiche sulle infrastrutture dopo il crollo di Genova, quelle sull’ambiente e la spesa pubblica: venerdì ha messo cappello anche sul gasdotto Tap. A Venezia ha detto che il tubone in arrivo dall’Azerbajan aiuterà la crescita dell’economia del Sud. Far pagare il 10% per in meno per l’energia a famiglie e imprese è vitale per sviluppare il Mezzogiorno, è stato il pensiero espresso dal vicepremier. Di fatto entra in uno degli temi più delicati in mano ai Cinquestelle.
Perché lo ha fatto? Per allargare il campo dei suoi interventi sull’azione del governo, ma ancor di più per tenere insieme investimenti nel Sud e necessità di scelte che non irritino ancor di più gli industriali. Sul piano generale è risaputo, infatti, che il gas in arrivò con la Tap farà bene ai consumi energetici nazionali a fronte dell’impegno economico di società come la Snam e di accordi internazionali. Il leader leghista con le sue nuove dichiarazioni, riconosce la validità di tutto ciò.
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Luigi Di Maio, aveva provato a correggere le ansie dei Cinquestelle no TAP, caricando della decisione finale il premier Conte. Nella partita si era inserito anche Donald Trump che nell’ultimo incontro con Conte aveva auspicato una scelta chiara e rapida in favore del gasdotto. I ministri dell’Ambiente Costa e del Sud Lezzi, nelle settimane scorse avevano poi dovuto prendere atto di questa nuova -ancorché indefinita posizione – dopo aver giudicato inutile e superflua la grande infrastruttura.
Che peso avranno le dichiarazioni di Salvini sulla decisione del governo è azzardato dirlo ora. È prevedibile, però, che la Lega farà tutto il possibile per non “imprigionarsi” in una vicenda assai simile a quella dell’Ilva di Taranto che può avere un costo altissimo in consensi elettorali. La Puglia è al centro dello scontro ma lo scenario è nazionale. E quello che i Cinquestelle possono perdere la Lega può guadagnare.