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Gasdotto South Stream, Putin: la Russia abbandona il progetto

Gazprom costruirà insieme alla turca Botas un nuovo oleodotto in Turchia con una capacità di 63 miliardi di metri cubi (guarda caso la stessa di South Stream), di cui 14 miliardi per sostituire il transito attraverso l’Ucraina.

Gasdotto South Stream, Putin: la Russia abbandona il progetto

L’Europa deve dire addio al progetto del gasdotto South Stream, che avrebbe dovuto collegare direttamente Russia e Ue, senza passare per alcun altro Paese extracomunitario. Lo ha annunciato ieri sera il presidente russo, Vladimir Putin: ” Se l’Europa non vuole realizzarlo, non verrà realizzato. La Russia preferisce ridirigere le sue risorse energetiche verso altre regioni del mondo”, come la Cina, con cui sono già stati siglati accordi miliardari, ma non solo.

Alexei Miller, numero uno di Gazprom, ha spiegato che “il progetto South Stream è finito” e che il colosso petrolifero russo costruirà insieme alla turca Botas un nuovo oleodotto in Turchia con una capacità di 63 miliardi di metri cubi (guarda caso la stessa di South Stream), di cui 14 miliardi di metri cubi per sostituire il transito attraverso l’Ucraina. 

Il nuovo gasdotto, ha spiegato Miller, permetterebbe di trasportare circa 50 miliardi di metri cubi al confine con la Grecia. Il punto di partenza sarà la Russkaya Compressor Station, inizialmente prevista per il South Stream.

Gazprom creerà un nuovo organismo giuridico in Russia per il gasdotto in Turchia. Nel progetto South Stream sono soci anche l’italiana Eni (al 20%), la francese Edf e il gruppo Wintershall (entrambe al 15%).

“Il progetto doveva essere finanziato il 70% a debito e il 30% a equity e la nostra esposizione era di 600 milioni – ha spiegato il ceo di Eni, Claudio Descalzi, il 4 novembre in un’audizione parlamentare –. I soci ora faticano a trovare finanziamenti, ma l’Eni mai e poi mai potrebbe mettere 2,4 miliardi sul progetto. Abbiamo l’opportunità contrattuale di uscire e la valuteremo”.

Sulla stessa linea anche il governo italiano, che molto recentemente ha cambiato orientamento: il ministro dell’Industria Federica Guidi ha detto che per il nostro Paese “South Stream non è più nella lista delle priorità”.

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