L’Italia avrà un nuovo gasdotto: il Foligno-Sulmona. Il Consiglio dei ministri nell’ultima riunione ha deliberato il superamento del diniego delle Regioni Abruzzo e Umbria sulla infrastruttura per il trasporto del gas. Un’opera strategica ai fini della diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento energetico, dice una nota di Palazzo Chigi. Che va ad incrementare quella che viene chiamata la “linea Adriatica “dei gasdotti italiani. Nel giro di tre anni, al massimo, aumenterà il trasporto di gas proveniente dai punti di entrata ubicati nel Sud Italia. Si chiude così una vicenda che ha visto la Regione Abruzzo e i comitati locali contrapporsi al governo ed alla Snam che ha progettato l’opera. Il Presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio l’altro giorno ha partecipato alla riunione del governo. In quella sede ha ripercorso le fasi che avevano portato la sua Regione a bloccare il progetto, ma alla fine si è detto disponibile a valutare le misure compensative a vantaggio della Regione stessa, dato che l’infrastruttura si farà.
Il gasdotto opera strategica per l’Italia
Il governo aveva già preparato il decreto contemplando gli oneri da versare in ragione degli attraversamenti dei territori. Una delle ragioni di opposizione al progetto riguardava proprio la posa delle tubazioni in aree protette e parchi regionali. Dal punto di vista tecnico, invece, non ci saranno conseguenze sull’ambiente e sull’equilibrio naturale, come già avvenuto per altri gasdotti in esercizio. Un ruolo determinante nello sbloccare la vicenda lo ha avuto il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che ha ribadito la necessità di avere a disposizione la nuova infrastruttura per integrare in futuro il trasporto del gas sia da Nord che da Sud. Per il prossimo inverno non ci sono problemi con gli stoccaggi pieni. Il progetto nello specifico non riguarda né l’Abruzzo, né l’Umbria, ma l’Italia tutta. E’ uno dei cinque tratti che camminano lungo il versante adriatico dell’Appennino. E l’opera è diventata tanto più strategica per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento extra Russia. I critici dicono che il gasdotto andrà a regime nel 2027 e non servirà a risolvere l’emergenza energetica dell’Italia. Si sa, invece, che il governo sta studiando con Snam ed Eni di utilizzare la rete dei gasdotti italiani per il futuro trasporto dell’idrogeno. Uno sguardo all’avvenire che non sacrifica una rete interconnessa tra le più efficienti d’Europa che sarebbe in grado di trasportare la fonte pulita. Sul Foligno-Sulmona il “Coordinamento No Hub del Gas” contesta anche il costo dell’opera stimato in 2 miliardi di euro. Posizione oggi superata.
Nuovi impianti eolici, fotovoltaici e geotermici in Puglia, Basilicata e Toscana
Coerente con la necessità di affrettare la diversificazione delle fonti, il Consiglio dei ministri nella stessa seduta ha anche dato via libera alla compatibilità ambientale per otto progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da eolico, fotovoltaico e geotermico. In totale 314 nuovi Megawatt allocati in Puglia, Basilicata e Toscana. Un provvedimento che segue di pochi giorni quello sull’Agrisolare da 1,5 miliardi di euro. Nello specifico partiranno i lavori degli impianti eolici nei Comuni di San Mauro Forte, Salandra, Garaguso, San Paolo di Civitate, Poggio Imperiale, Sant’Agata di Puglia, Candela, Venosa, Maschito. Approvato anche l’impianto agri-ovi-fotovoltaico “Copertino” nei Comuni di Copertino e Galatina e il permesso di ricerca geotermica “Cortolla”, a Montecatini Val di Cecina. Solo per l’eolico nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano è stata decisa la proroga della valutazione di impatto ambientale. Ma la decisione positiva non dovrebbe tardare, per dare seguito agli impegni presi anche in Europa sulla transizione verde con impianti rinnovabili.