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Gas Target Model: un nuovo modello di mercato per il gas

L’alto costo dell’energia, e i suoi impatti su imprese e famiglie, è argomento di ricorrente preoccupazione nei vertici europei, l’ultimo a fine maggio. Proprio per fugare questa preoccupazione soltanto qualche anno fa, precisamente nel 2009, era stato avviato un importante processo di riforma dei mercati del gas grazie all’approvazione del Third Energy Package.

L’obiettivo era quello di completare il processo di liberalizzazione rimuovendo le barriere che impediscono lo sviluppo di mercati liquidi e concorrenziali, migliorando il grado di interconnessione dei vari hub europei e l’interoperabilità delle reti di trasporto europee per giungere, infine, ad un graduale abbassamento dei prezzi del gas per i consumatori finali.

Il Gas Target Model, definito dai regolatori europei, introduceva un nuovo modello di mercato che avrebbe stravolto le dinamiche a cui l’Europa si era ormai abituata. Un progetto rivoluzionario che prevedeva la creazione di un mercato del gas suddiviso in aree di mercato prive di congestioni interne, con dimensioni sufficienti, un’adeguata pluralità di fonti e interconnesse alle altre attraverso un sistema di aste per la capacità. La concreta implementazione del progetto europeo passava attraverso il recepimento negli ordinamenti nazionali dei Network Code, che avrebbero definito nuove regole e adeguati strumenti di flessibilità per consentire introducendo nel mercato di approvvigionarsi alle condizioni migliori praticate nella varie piazze (hub) europee.

Dapprima, a dispetto dell’ambizioso progetto di riforma, sembrava difficile immaginare di poter scalfire la rigidità dell’attuale struttura del mercato europeo del gas, imperniata principalmente su contratti di lungo periodo.

Oggi, invece, la visione europea sul modello target per il futuro mercato europeo del gas sta divenendo pian piano realtà. A confermarlo è il documento di consultazione pubblicato il 20 giugno dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), che illustra gli orientamenti dell’Autorità in relazione alla revisione ed integrazione dei criteri di accesso al servizio di trasporto presso i punti di entrata interconnessi con l’estero, funzionali al recepimento del “Network Code on Capacity Allocation Mechanisms in Gas Transmission Systems” (Codice CAM) e delle disposizioni europee in materia di gestione della congestione contrattuale (Regolamento CMP).

L’AEEG è pronta a compiere i primi passi della riforma europea prevedendo: sia una trasposizione diretta nell’ambito della regolazione nazionale delle nuove disposizioni comunitarie caratterizzate da un elevato grado di dettaglio sia la definizione delle modalità attuative per quelle previsioni normative che, invece, richiedono una valutazione discrezionale da parte dell’Autorità di regolazione nazionale. Il Regolamento CMP e il Codice CAM, la cui entrata in vigore è prevista rispettivamente il 1° ottobre 2013 e il 1° novembre 2015, modificheranno radicalmente il quadro regolatorio esistente introducendo una serie di elementi di novità.

Tra i principali cambiamenti, l’introduzione di procedure market-based per l’allocazione della capacità di trasporto, la creazione di prodotti di capacità bundled (che prevedono l’offerta congiunta di capacità in exit da una specifica area di mercato e in entry nell’area di mercato adiacente, permettendo di fatto uno scambio diretto tra hub), l’offerta tramite aste on-line trasparenti e non discriminatorie di tutta la capacità continua esistente in un’ottica short-term, e le procedure di congestion management, quali ad esempio il rilascio della capacità contrattuale sistematicamente sottoutilizzata (c.d. use it or lose it).

Questi sono solo alcuni dei punti salienti della riforma comunitaria, ma lasciano intendere di come le “regole del gioco” stiano realmente cambiando. Le allocazioni concorrenziali della capacità e lo spostamento delle contrattazioni verso orizzonti temporali di breve periodo comporteranno un profondo cambiamento degli attuali equilibri tra importatori e produttori, disegnando un mercato interno del gas naturale che, per certi aspetti, sembra seguire il percorso del mercato elettrico. Inoltre, l’idea di massimizzare il livello di utilizzo della capacità di trasporto, liberando le interconnessioni tra i sistemi di trasporto nazionali dalla congestione contrattuale, dovrebbe eliminare uno dei principali ostacoli al processo di integrazione dei mercati e favorire l’accesso a fonti di approvvigionamento concorrenti.

Affidarsi a meccanismi di mercato è una scelta, in ogni caso, non esente da rischi. Tutte queste novità, infatti, capitano in un periodo in cui il mercato europeo del gas è caratterizzato da significativi mutamenti che vedono il prezzo agli hub ridursi notevolmente rispetto ai valori del gas indicizzato al petrolio e suoi derivati, rendendo sempre più critica la sostenibilità dei contratti di approvvigionamento con clausole take-orpay. Queste impegnano l’acquirente a ritirare una quota minima del volume contrattuale annuo oppure a pagarla comunque in parte.

Uno dei principali dubbi è che la nuova struttura di regolazione del mercato, orientata verso contrattazioni di breve periodo, possa andare a scapito degli investimenti infrastrutturali e dei contratti di lungo periodo quali strumenti di garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti. Inoltre, la necessaria modifica dei contratti di trasporto genererebbe un aumento del rischio di inadempienza agli impegni di prelievo e consegna legati ai take-or-pay, con probabili impatti di natura economica e finanziaria per i sottoscrittori.

L’ambizioso progetto comunitario, se da un lato mira a garantire nell’arco dei prossimi anni la completa liberalizzazione e integrazione dei mercati del gas europei, dall’altro lato pone non pochi interrogativi che l’Europa, e le autorità di regolazione nazionali, dovranno tenere in debita considerazione.

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Tags: Gas