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Gas, Snam avverte: “Servono più investimenti, a rischio la transizione energetica”. Prezzi ancora sostenuti

Pixabay

Il mercato globale del gas rimane instabile, senza ingenti investimenti aumenta il rischio di crisi energetiche peggiori verso il 2030 e oltre. È il quadro cupo dipinto dal Global Gas Report 2023 presentato a Londra da Snam, Igu (International Gas Union) e Rystad. L’incertezza sulla domanda e il livello insufficiente di investimenti nel gas naturale, nei gas a basso tenore di carbonio e nelle energie rinnovabili stanno mettendo a rischio la transizione energetica, minando l’accessibilità, la sicurezza e la sostenibilità del sistema. Specie di fronte a nuove fibrillazioni a causa della guerra in Medio Oriente.

“Come parte di un mercato globale sempre più interconnesso, il sistema del gas europeo è riuscito a superare le enormi sfide affrontate nel 2022, grazie anche alla flessibilità fornita dal gnl e alla maggiore diversificazione delle forniture di gas, che hanno portato gli stoccaggi quasi a piena capacità prima dell’inizio della stagione invernale”, ha dichiarato il ceo di Snam, Stefano Venier. E ha aggiunto: “È importante continuare a investire nell’infrastruttura del gas per garantire un approvvigionamento affidabile ed accessibile di gas naturale e accelerare lo sviluppo di gas verdi a basso tenore di carbonio e della CCS (cattura e stoccaggio della CO2), considerando il ruolo chiave che le molecole avranno nella composizione energetica del futuro prossimo e lontano”.

Fragile equilibrio e prezzi in rialzo del mercato globale del gas

L’industria globale del gas ha dimostrato una notevole resilienza di fronte alle scosse al mercato avvenute nel 2022, ma rimane estremamente sensibile alle fluttuazioni sul lato dell’offerta e della domanda. Perché con l’uscita di scena della Russia – anche se i livelli di produzione sono stati compensati dal Nord America, Medio Oriente, Europa e Asia – la domanda globale di gas è diminuita del 1,5% nel 2022 rispetto al 2021, solo in Europa è diminuita di quasi il 12%. Mentre la produzione globale di gas nel 2022 è rimasta stabile, con un aumento marginale di 8,3 miliardi di metri cubi o meno dell’0,5%, mantenendo il gas globale in scarsa offerta. La contrazione della domanda e la crescita marginale dell’offerta hanno contribuito a creare un fragile equilibrio instabile nel mercato.

Guardando invece ai prezzi nel secondo semestre 2023, quelli del gas naturale rimangono al di sopra dei livelli pre-Covid e pre-crisi energetica. Tuttavia i prezzi si sono raffreddati rispetto ai picchi record del 2022.

Cruciale per affrontare la crisi energetica nelle sue fasi più acute, il gas naturale liquefatto. Tuttavia, la carenza di approvvigionamento globale e i prezzi eccezionalmente alti hanno lasciato alcuni paesi asiatici al buio. Così il mercato del metano si è scoperto sempre più interconnesso e globale. E ciò fa sì che ogni minima tensione abbia un effetto moltiplicato, come il nuovo conflitto scoppiato in Medio Oriente tra Israele e Hamas.

Scenari globali di domanda di gas

L’analisi delle future possibili traiettorie dei fondamentali del mercato globale del gas fino al 2030 dimostra che sono necessari ulteriori investimenti nella catena del valore del gas naturale per far fronte alla domanda globale e alla probabile crescita in alcune regioni.

Secondo gli scenari più aggressivi di decarbonizzazione a 1,5 gradi, le previsioni internazionali sull’energia prevedono una riduzione della domanda globale con elevati tassi di cambiamenti tecnologici e comportamentali e sono soggetti a un’estrema incertezza, soprattutto nel breve e medio termine. Il programma attuale di gas naturale e gas a basse emissioni di carbonio non soddisferà molte delle possibili previsioni di domanda, sottolinea il report. Senza ulteriori investimenti, si prevede che il livello attuale di produzione di gas esistente e approvato raggiungerà circa 4.100 miliardi di metri cubi nel 2023, diminuendo a 3.100 miliardi di metri cubi nel 2030 e ulteriormente a poco meno di 1.000 miliardi di metri cubi nel 2050, a causa della maturazione degli impianti e del loro declino naturale. Alla fine del 2022, la capacità di fornitura globale di idrogeno a basse emissioni di carbonio si attestava a 3,2 milioni di tonnellate all’anno e il biometano con una capacità di circa 7 miliardi di metri cubi, valori molto al di sotto degli obiettivi previsti per il 2030.

Le emissioni totali di anidride carbonica legate all’energia a livello globale nel 2022 hanno raggiunto un nuovo record con una crescita annuale dell’1,1%. Per mitigare i rischi legati alla sicurezza energetica molti Paesi (come Cina e India) hanno aumentato l’uso del carbone, con un picco storico delle emissioni di CO2 dal carbone, che hanno raggiunto circa le 16,8 gigatonnellate. Nel primo semestre del 2023, invece i prezzi più bassi del gas, il recupero del nucleare e la produzione di energia da fonti rinnovabili hanno ridotto il consumo di carbone e le emissioni, in particolare in Europa.

Come afferma il rapporto il gas naturale, i gas a basso tenore di carbonio e quelli rinnovabili svolgono un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei sistemi energetici. Dunque servono ulteriori investimenti.

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Categories: Finanza e Mercati