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Gas Russia, l’Europa si prepari al razionamento. La Iea lancia l’allarme e salva carbone e nucleare

FIRSTonline

L’Europa deve accelerare gli investimenti. Lo stop completo delle forniture di gas dalla Russia diventa sempre più concreto in prospettiva, dunque è meglio attrezzarsi. È questo l’allarme lanciato da Fatih Birol, direttore esecutivo della Iea (International energy agency) in un’intervista al Financial Times.

Gas Russia, prepararsi al razionamento

La ricetta della Iea, per rimpiazzare le forniture di gas dalla Russia all’Europa, è drastica: serve uno scatto e bisogna raddoppiare gli sforzi sull’efficienza energetica e le rinnovabili, incluso il ricorso all’energia nucleare nella transizione energetica. Tema spinoso, quest’ultimo, sul quale il Parlamento europeo sembra in disaccordo con la proposta della Commissione Ue sulla tassonomia europea.

“Più ci avviciniamo all’inverno, più comprendiamo le intenzioni della Russia”, ha detto Birol al Financial Times. “Credo che i tagli nelle forniture decisi dalla Russia siano volti a evitare che l’Europa riempia gli stoccaggi, e per aumentare la leva della Russia nei mesi invernali”. L’Iea è l’agenzia che studia e vigila sul settore dell’energia. E’ finanziata principalmente dai Paesi Ocse e lo scorso anno è stato tra i primi organismi ufficiali ad accusare pubblicamente la Russia di manipolare le forniture di gas all’Europa in vista dell’invasione dell’Ucraina. Ora l’Agenzia alza il tiro e scuote l’Europa chiedendo una forte accelerazione ai piani dei singoli Paesi per fronteggiare l’emergenza.

Nell’emergenza, anche carbone e nucleare sono giustificati

Da un lato Birol prevede misure “sempre maggiori e profonde sulla domanda”, non escludendo il ricorso a veri e propri razionamenti. Dall’altro, sul versante dell’offerta, l’Iea giustifica le misure di emergenza annunciate (per esempio dalla Germania ma in corso di valutazione anche in Italia) sulla riapertura o il posticipo delle chiusure programmate per le centrali a carbone e anche per le centrali nucleari.

In pratica, deve scattare una vera e propria corsa al riempimento degli stoccaggi di gas ma gli Stati europei dovrebbero cercare di ritardare la chiusura di tutte le centrali nucleari già programmate per contribuire a limitare la quantità di gas bruciato nella produzione di energia elettrica: “Dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di rinviarne la chiusura finché ci sono le condizioni di sicurezza”.

Più investimenti su rinnovabili e efficienza per reagire alla crisi

 Il Rapporto Iea sugli investimenti 2022 , appena pubblicato, mette in evidenza che l’attuale livello degli investimenti globalmente programmati dai governi non è sufficiente a raggiungere gli obiettivi di contenimento del riscaldamento climatico e a fare fronte alle molteplici dimensioni della crisi energetica che il mondo si trova ad affrontare. Per quanto incoraggianti gli investimenti totali in crescita dell’8% (anche a causa dell’aumento dei costi) a 2.400 miliardi di dollari, non bastano. 

Senza politiche per ridurre significativamente il consumo di combustibili fossili, il mondo continuerà ad affrontare pericolose oscillazioni dei prezzi del petrolio e del gas, ha affermato poi Birol. “A meno che i governi si siedano al posto di guida e mobilitino maggiori fondi per creare una transizione energetica pulita, dovremo affrontare una estrema volatilità dell’energia”, ha detto. Quanto ai Paesi in via di sviluppo, “una delle tendenze più preoccupanti” secondo il capo dell’Iea sta nei loro investimenti “relativamente deboli” in energia pulita. 

“L’Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori”, ha concluso Faith Birol nell’intervista al Financial Times.

Prezzi del gas in aumento, la Ue discute sul tetto alle quotazioni

Le parole di Birol pesano anche sulle quotazioni ufficiali del gas. Il prezzo riprende a salire il gas sulla piazza di Amsterdam, fino a sfiorare quota 128 euro al MWh

Proprio per contrastare l’incremento spropositato delle quotazioni, sarà discussa al Consiglio europeo di giovedì e venerdì la proposta italiana di istituire un tetto al prezzo del gas, compreso fra 80 e 90 euro al MWh. Martedì al Senato il premier Mario Draghi ha spiegato ancora una volta perché si tratta di una misura indispensabile. “Per frenare l’aumento prezzi e tutelare il potere d’acquisto dei cittadini è importante agire anche sulla fonte del problema” che ha innescato l’inflazione, ovvero “contenere i rincari dei prezzi di gas e energia”. I governi, ha evidenziato il presidente del Consiglio, “hanno gli strumenti per farlo. Quel che proponiamo da diversi mesi è un tetto europeo al prezzo del gas. Questa misura è diventata ancor più urgente con la riduzione delle forniture da parte di Mosca, con le difficoltà per l’Europa che aumentano vertiginosamente. L’Europa deve muoversi rapidamente”.

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Categories: Economia e Imprese