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Gas, piano di emergenza Ue il 20 luglio sulle forniture. Sui prezzi si guarda al modello spagnolo

Pixagay

Non si ferma la corsa dei prezzi del gas e l’Ue prova a correre ai ripari, soprattutto nell’eventualità che Mosca riduca ulteriormente le sue forniture. La Commissione europea sta pensando alle mosse da mettere in campo nel piano di emergenza che sarà presentato il 20 luglio. Sul tavolo c’è la salita dei prezzi e il rischio che l’energia rinnovabile diventi costosa tanto quanto il metano. Tra le ipotesi c’è il tetto al prezzo del gas, fortemente caldeggiata dal presidente del Consiglio Mario Draghi che vorrebbe introdurlo fin da subito. Tutto questo verrà discusso il 20 luglio, giorno della probabile ultima convocazione della Commissione prima delle vacanze estive. L’obiettivo finale – anche se non sembra trovarsi una quadra – è far fronte all’emergenza gas prima che sia troppo tardi.

In questo momento, l’aumento dei prezzi coincide con il periodo in cui gli operatori si preparano a riempire gli stoccaggi per l’inverno. In Germania e Italia – i due Paesi europei che più dipendono dalla Russia – è dovuto intervenire lo Stato per garantire il riempimento dato che i prezzi elevati avevano di fatto congelato le attività dei privati, ma che di fatto ha alimentato a loro volta i rincari. A peggiorare la situazione si è aggiunto l’interruzione prolungata di un impianto di esportazione chiave negli Stati Uniti per il gas naturale liquefatto.

Tetto al prezzo sul modello iberico ma “depurato”

L’idea di base è quella di lavorare sulla possibilità, concessa solo a Spagna e Portogallo, di un price cap all’elettricità fino alla primavera del 2023, sostanzialmente rifondendo i fornitori con una contribuzione pubblica. La Ue vuole però rivedere i punti più critici che stanno già emergendo in Spagna e in Portogallo: il price cap sull’elettricità ha fatto schizzare i consumi di gas , una situazione non certo ideale dato che ci si prepara ad un razionamento del metano.

L’ipotesi, invece, è di applicare quel meccanismo in maniera più ampia a tutte le fonti energetiche, anche le rinnovabili, senza però escludere tutte le altre. Un intervento che inciderebbe dunque sul mercato elettrico e potrebbe tenere i prezzi bassi, sia della materia prima, sia dell’elettricità. L’obiettivo è di alleggerire i costi impennati per i cittadini e frenare l’inflazione, determinata per quasi due terzi proprio dall’energia.

Intanto, le principali economie mondiali sono tornate a guardare al carbone per garantire forniture sufficienti di elettricità. Inoltre, il Parlamento europeo ha votato a favore – dopo le spaccature emerse a fine giugno – sul regolamento della Commissione sulla nuova tassonomia europea che include gas e nucleare come energie che possono beneficiare di investimenti considerati rispettosi dell’ambiente. L’obiettivo è di garantire la transizione energetica verso fonti meno inquinanti.

Emergenza gas: resta alto il prezzo

Per quanto riguarda il gas in Europa, invece, dopo che ieri è tornato sopra la soglia dei 170 euro a megawattora, tratta adesso a 161,4 euro restando in rialzo del 0,4%

Sotto la minaccia del presidente russo Vladimir Putin che potrebbe decidere di chiudere definitivamente i rubinetti come ritorsione alle sanzioni dei paesi occidentali, il mercato specula sul fatto che i paesi della Ue saranno costretti a cercare altrove con non poche difficoltà, facendo aumentare la domanda e mettendo pressione sui prezzi.

Ad aggravare la situazione negli ultimi giorni sono stati gli scioperi in Norvegia che hanno messo a rischio il 60% delle esportazioni. Nella notte però il governo è intervenuto bloccando gli scioperi e placando i timori per uno shock energetico. I timori che si focalizzano invece sulla chiusura temporanea del Nord Stream a partire dall’11 luglio, senza avere la certezza che riaprirà i rubinetti.

Aumento che inciderebbe anche sulle esportazioni da Algeria, Congo e da tutti gli altri Paesi su cui sta puntando ora l’Italia con i nuovi accordi. A questo si aggiungono i timori legati alla situazione in Nord Africa, a partire dalla crisi in Libia dove è tornato a regnare il caos. Tutti fattori che potrebbe gettare ancora più benzina sull’emergenza gas.

Vediamo a cosa sta valutando l’Ue e cosa succederà nelle prossime settimane.

Von der Leyen sull’emergenza gas: “L’Ue si prepari a nuovi tagli da Mosca”

“Dobbiamo prepararci a ulteriori interruzioni delle forniture di gas, persino a un’interruzione completa della fornitura da parte della Russia”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parlando alla Plenaria dell’Eurocamera, aggiungendo che ad oggi, complessivamente,” 12 Stati membri sono direttamente interessati da riduzioni parziali o totali della fornitura di gas”,

Il piano che la Commissione europea presenterà il 20 luglio – ha detto von der Leyen rispondendo ad una domanda – riguarda “la sicurezza per le forniture” di energia e in particolare del gas. Le era stato chiesto se nel piano fossero inclusi nuovi strumenti per fronteggiare il caro energia come un SURE 2 e il tetto al prezzo del gas (entrambe proposte italiane). SURE è il fondo Ue inventato sotto pandemia per finanziare con prestiti gli stati per fronteggiare i costi dell’assicurazione contro la disoccupazione.

“È evidente: Putin continua a usare l’energia come un’arma. Per questo la Commissione sta lavorando a un piano di emergenza europeo. Presenteremo questo piano e gli strumenti necessari entro la metà di luglio”, ha concluso Von der Leyen.

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