L’impennata di ieri del prezzo del gas a 321 euro a MWh ha reso ancor più drammatica l’emergenza energetica che rischia di costringere migliaia e migliaia di aziende italiane (120 mila secondo Confcommercio che parla del pericolo di 370 mila posti di lavoro a rischio) a chiudere per l’insostenibilità dei costi energetici e a rendere impossibile per molte famiglie italiane arrivare a fine mese per il peso abnorme delle bollette e i rincari dei generi alimentari. Ma l’aumento vertiginoso del prezzo del gas – che l’anno scorso si scambiava a 26 euro – è caduto come un fulmine sulla campagna elettorale spingendo il leader di Azione, Carlo Calenda a chiedere una sospensione temporanea di un giorno della campagna elettorale stessa per mettere tutte le forze politiche di fronte alla loro responsabilità e alla necessità di sostenere un piano straordinario di interventi del Governo, rigassificatore incluso. Apriti cielo.
CALENDA INSISTE PER IL RIGASSIFICATORE A PIOMBINO E FdI APRE
Calenda è stato rimbeccato sarcasticamente dal leader della Lega, Matteo Salvini, che probabilmente crede di essere ancora in vacanza al Papeete, ma anche dal leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Invece il segretario del Pd, Enrico Letta, ha avvertito la drammaticità del momento e ha sollecitato il Governo a varare un decreto per sostenere imprese e famiglie. E a nessuno è sfuggita la novità di Fratelli d’Italia che, smarcandosi dalla Lega ma anche dalla sua rappresentanza a Piombino (dove il sindaco è del partito della Meloni) ha detto chiaro e tondo che nella città toscana il rigassificatore è utile e si deve fare: “Il problema dell’autonomia energetica è prioritario: lo dirò io al nostro sindaco di Piombino” ha promesso Ignazio La Russa, braccio destro della Meloni, che però più tardi ha fatto una mezza marcia indietro.
Per fortuna Draghi c’è, è perfettamente cosciente della gravità della situazione e si appresta a intervenire velocemente con un decreto sul modello del decreto Aiuti e con un piano di risparmi energetici da presentare la settimana prossima., su cui stanno lavorando i ministri Cingolani e Daniele Franco.
UN DECRETO IN TRE PUNTI E UN PIANO DI RISPARMI ENERGETICI
Dalle prime indiscrezioni che escono dagli uffici del Governo, il nuovo provvedimento d’emergenza dovrebbe basarsi principalmente su tre punti: 1) la proroga sullo sconto sulla benzina, che scade il 20 settembre; 2) il rinnovo dei crediti d’imposta per le imprese, attualmente rifinanziati solo fino al 30 settembre; 3) la vendita di pacchetti di energia a prezzi calmierati.
Il problema è però quello delle risorse che non sembra preoccupare molto le forze politiche in campagna elettorale ma su cui Draghi è invece impegnato, con il ministro Franco, a trovarle senza scostamenti di bilancio, soprattutto con i chiari di luna che si affacciano sul mercato dove, proprio nelle ultime ore, il Financial Times ha dato notizia di un piano speculativo degli hedge fund per colpire al ribasso i Btp, prontamente difesi dalla Bce, come testimonia il calo di ieri dello spread Btp-Bund.
Insomma, il caro-gas – manovrato cinicamente dalla Russia – entra pesantemente, oltre che nella vita delle famiglie e delle imprese, nel pieno della campagna elettorale e nell’assoluta incertezza dei mercati finanziari ma per fortuna un governo c’è e Mario Draghi anche in questi momenti sa quel che deve fare.