Il Governo rischia di limitare la concorrenza nella distribuzione del gas. A sostenerlo è l’Antitrust, che nel suo ultimo bollettino settimanale fa riferimento al caso della Brindisi Lng Spa. La società pugliese oltre un anno fa aveva presentato istanza di compatibilità ambientale per la realizzazione di un impianto di rigassificazione di Gnl nel porto di Brindisi.
Il primo luglio 2010, il ministero dell’Ambiente, di concerto con quello dei Beni culturali, ha emanato un decreto in cui stabiliva alcune regole che l’azienda avrebbe dovuto seguire. Nel mirino dell’Authority sono finite in particolare due prescrizioni del ministero: la possibilità per il nuovo terminale di importare solo miscela leggera e l’obbligo di distribuire il gas a flusso costante.
Secondo l’organismo guidato da Antonio Catricalà, “in assenza di un effetto utile per l’ambiente”, i vincoli all’attività del nuovo impianto “incidono negativamente su degli aspetti chiave per lo svilupparsi della concorrenza nel settore del gas”. La limitazione delle importazioni alla sola miscela leggera “riduce il potenziale di diversificazione delle fonti di approvvigionamento di Gnl” e impedisce allo stabilimento di “avvalersi di una maggiore concorrenza tra i fornitori internazionali”.
Quanto alla richiesta di immettere il gas nella rete in forma continua, secondo l’Antitrust si tratta di una misura che compromette “l’operatività del terminale limitandone la flessibilità, nonché la possibilità per gli utenti di variare le proprie importazioni di gas nel tempo, ad esempio tra estate ed inverno”. Entrambe le prescrizioni, inoltre, si applicherebbero al solo terminale della Brindisi Lng. Per queste ragioni l’Antitrust chiede una revisione del decreto ministeriale. (c.m.)