X

Galleria Creval, un manifesto culturale con 11 prototipi d’arredo

La mostra nasce dal desiderio di far riscoprire al pubblico internazionale il ruolo svolto dalla Selettiva del Mobile nel rinnovamento del disegno e della produzione dell’arredo in Italia. Ideato a Cantù nel 1955, il Concorso Internazionale del Mobile si svolse con cadenza biennale tra il 1955 e il 1975 con lo scopo di rivolgersi agli architetti e ai designer di tutto il mondo invitandoli a suggerire nuovi orientamenti della produzione. Vi aderirono architetti e designer di varie nazionalità e formazione, da Ilmari Tapiovaara, Werner Blaser e Gianfranco Frattini a Donato d’Urbino e Carlo Volonterio, a Sven Staaf e Yasuhiko Itoh. Dell’organizzazione della manifestazione fu investita la Triennale di Milano, che mise a disposizione l’esperienza necessaria ad affrontare un episodio di quella complessità. La manifestazione prevedeva il coinvolgimento dei più qualificati produttori locali per la realizzazione dei prototipi da esporre nella mostra conclusiva, la Selettiva. Il Concorso canturino ebbe una vastissima risonanza anche grazie all’attenzione della stampa nazionale ed estera, che sin dalle prime battute aveva saputo riconoscerne l’originalità e l’intrinseca forza innovativa, peraltro garantiti dal profilo delle Giurie, sempre di risonanza internazionale.

In mostra alla Stelline, al centro dello spazio è una teoria di oggetti che della Selettiva interpretano il funzionalismo ricercato e l’allure estetica – a volte ostentatamente radicale – in una sorta di contro-esposizione dedicata al progetto “Wipe Out Design”. Dietro questa sigla, presentata in anteprima al Salone del Mobile 2015 all’interno della mostra “Unknown Pleasures” con lusinghiere recensioni (Domus, Abitare, AT Casa, Interni) non vi è, curiosamente, alcuna azienda produttrice, nessuna start-up legata al sistema legno arredo, nessuna iniziativa pubblica o privata a scopo di lucro.

Si tratta piuttosto di un nuovo manifesto culturale che, attraverso la selezione di 11 prototipi d’arredo – o piuttosto utensili d’uso quotidiano modificati fino alla loro inservibilità ed eseguiti con le stesse tecniche di produzione del furniture design e del grande numero, vuole indicare una via alternativa alla cultura dell’abitare.

Una via gioiosa, ludica e ad alto contenuto simbolico, ma soprattutto distante dalle costrizioni del product design, ormai vistosamente asservito alle politiche del sistema-moda e del co-branding. Un’occasione per parlare di libertà del corpo in vista di nuovi rituali di occupazione dello spazio dell’abitare, proprio nella settimana in cui altri parlano di oggetti, marchi registrati, archistar, contratti, merci.
Questi arredi, disegnati da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, nascono dalla superfetazione anti-ergonomica e anti-funzionale di oggetti esistenti prodotti in serie dalle principali aziende del settore nei due decenni d’attività de “La Selettiva” o dalla rilettura in chiave poetica dei prodotti dell’epoca, ma anche dalle loro componenti materiali e simboliche con gli inevitabili accostamenti al coevo paesaggio delle arti visive.

Gli 11 pezzi “Wipe Out” sono stati renderizzati dagli allievi di Enaip Cantù, come project work didattico, nel corso post-diploma “Tecnico di produzione e Industrializzazione nel sistema legno-arredo e design”. La loro esecuzione è avvenuta nel laboratorio di falegnameria di Enaip. La concessione del prestito delle tavole originali de “La Selettiva” è invece della Città di Cantù per il tramite dell’Assessorato alla Cultura che lo scorso autunno organizzò la prima esposizione sul tema del concorso storico, avviando così un’affasciante storytelling che proseguirà in un talk aperto al pubblico sabato 8 aprile 2017 alle 11.00 alle Stelline, coordinato da Roberto Borghi – curatore della mostra –, alla presenza di Claudio Bizzozero – Sindaco di Cantù –, Francesco Pavesi – Assessore alla Cultura – , Tiziano Casartelli – architetto, autore de “La Selettiva del Mobile” per le edizioni Canturium – , Ilenia Brenna – direttore ENAIP.

L’allestimento delle opere in esposizione è articolata nello spazio del Refettorio grazie a 13 grandi fondali tessili bifacciali forniti dal luxury brand BROCHIER, leader internazionale nella produzione di tessuti per l’alta moda e per l’interior design.
La mostra è accompagnata da un catalogo, con testi introduttivi di Roberto Borghi, curatore della mostra insieme a Tiziano Casartelli, in formato cahier de voyage (84 pagg., 100 ill., copertina cartonata e plastica, chiudenda ad elastico, 14×10 cm).

COVER IMAGE: COSTANTIN, 2017 – tavolo per esterni – castagno, mdf, film vinilico – Un tavolo che privilegia lo ‘spazio al centro’ costringendo i commensali ad accontentarsi del perimetro per familiarizzare con pratiche di pensiero laterale e risoluzione creativa dei conflitti. Lo scavo grezzo praticato nell’area centrale incide il sostegno assemblato nel sottopiano, ricordandoci la poetica scultorea wood-carving di Costantin Brancusi

Related Post
Categories: Cultura