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G7, Trump e Macron: disgelo su Cina e Iran, 20 milioni per Amazzonia

FIRSTonline

Si è chiusa a Biarritz l’ultima riunione del G7, definita “un successo” dal padrone di casa, il presidente francese Emmanuel Macron.

Segnali di disgelo sono arrivati su più fronti. Il numero uno della Casa Bianca, Donald Trump, ha annunciato che nelle prossime settimane potrebbe incontrare il presidente iraniano, Hassan Rouhani. “Nel frattempo – ha sottolineato però il presidente americano – devono giocare bene le loro carte: non possono fare ciò che hanno detto di voler fare, altrimenti ci sarà una reazione piuttosto violenta”. Le parole di Trump arrivano dopo che lo scorso fine settimana, a sorpresa, si era presentato a Biarritz anche il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif.

Novità in arrivo anche per quanto riguarda i rapporti fra Usa e Cina. “A breve – ha detto ancora Trump – potrebbero esserci negoziati seri sul commercio con Pechino”.

Fra gli altri temi nell’agenda del G7 c’era anche l’emergenza planetaria degli incendi che stanno devastando l’Amazzonia. Dalla riunione dei grandi del mondo è arrivato uno stanziamento davvero esiguo: un fondo di appena 20 milioni di dollari. Il Brasile ha sdegnosamente rifiutato l’aiuto.

Da Biarritz anche un appello a evitare la violenza ad Hong Kong.

Particolare attenzione è stata riservata poi alla situazione in Ucraina: Francia e Germania organizzeranno un summit in formato Normandia per ottenere risultati concreti.

Sul tavolo dei lavori anche la crisi libica. Macron ha rivelato che c’è stato un sostegno unanime da parte del G7, dei Paesi africani invitati e del segretario generale delle Nazioni Unite a un documento sulla Libia che preveda cessate il fuoco, soluzione politica, conferenza inter-libica e road map con coinvolgimento di tutte le parti in conflitto nella regione.

Il G7 si è infine impegnato per un commercio mondiale aperto e giusto, puntando alla stabilità dell’economia mondiale. Per questo, come si legge nella dichiarazione finale, intende cambiare profondamente il Wto e s’impegna a trovare un accordo per riformare la fiscalità internazionale nel quadro dell’Ocse.

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