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G7 senza leadership: Meloni chiede aiuto a Biden ma la Francia rema contro. Incognite su Ucraina e Gaza

Imagoeconomica

Non si può certo dire che il G7 presieduto da Giorgia Meloni sia cominciato nel migliore dei modi. Il contesto internazionale certo non aiuta: dalla guerra in Ucraina giunta ormai al secondo anno al conflitto di Gaza che ogni giorno di più preoccupa la comunità internazionale per le atrocità commesse dalle due parti, non ultima la strage di palestinesi in attesa di ricevere ieri aiuti alimentari.

Crisi sulle quali esistono tra i cosiddetti Sette Grandi interessi e sensibilità diverse. Compito di una presidenza che aspiri a mostrarsi autorevole e responsabile sarebbe quello di mediare tra le varie posizioni e redigere un comunicato finale nel vertice pugliese di giugno privo di eccessive parentesi quadre (segnale di dissenso) e che abbia l’ambizione di giocare un qualche ruolo per soluzioni pacifiche dei conflitti in atto. E invece, abbiamo sentito pochi giorni fa la premier italiana in televisione sostenere con convinzione la necessità che il G7 possa essere un’utile occasione per sostenere gli interessi italiani.

G7 e il passo falso di Meloni a Kiev: dispetti tra la premier e Macron

Il primo passo falso è stato certamente l’incontro del G7 convocato da Meloni a Kiev per i due anni dall’inizio della guerra che ha visto l’assenza polemica del presidente francese Emmanuel Macron, il quale, a differenza del cancelliere tedesco Scholz, non ha avuto neppure il tempo di collegarsi brevemente dalla Fiera alimentare francese dove si trovava in quel momento marcando quindi il suo aperto dissenso rispetto all’iniziativa. Ma di più, Macron ha convocato per il giorno successivo un vertice a Parigi sugli aiuti all’Ucraina al quale, a quel punto, Meloni per ritorsione ha inviato solo un sottosegretario agli Esteri che non è stato neppure invitato alla cena finale dei capi di Stato e di Governo.

Che Meloni e Macron non si amino è ormai un dato di fatto incontrovertibile ma la politica, soprattutto quella internazionale, richiede anche (direi soprattutto) confrontarsi con interlocutori antipatici. A quel punto chi detiene la responsabilità di guidare il gruppo dei sette Paesi più industrializzati dell’Occidente (per quanto possa contare ancora questo schema figlio di altri tempi) avrebbe il dovere di fare buon viso a cattivo gioco superando antipatie e screzi con gesti anche di apparente sottomissione.

Ma tant’è. Dopo un anno e mezzo di permanenza a Palazzo Chigi Meloni fatica ancora a dismettere gli abiti e i comportamenti da partito di opposizione e indossare quelli ben più ingombranti di leader internazionale apprezzata e rispettata.

G7: oggi e domani la premier a Washington da Biden

Lo stesso viaggio che oggi venerdì 1 marzo e domani 2 marzo la porterà prima a Washington e poi a Toronto si presenta come  una sorta di “maionese impazzita” in cui convivono i temi multilaterali classici dell’agenda del G7 con i temi bilaterali. A dimostrazione che il G7 per Meloni è solo un taxi, una photo opportunity utile soprattutto a rafforzarsi all’interno soprattutto dopo la sconfitta delle elezioni sarde.

La visita di oggi alla Casa Bianca e l’incontro con Joe Biden è il terzo appuntamento internazionale della meloni come presidente G7 dopo la missione in Giappone di inizio febbraio e la missione a Kiev del 24 febbraio. A Biden Meloni illustrerà le priorità della Presidenza italiana: difesa del sistema internazionale basato sulla forza del diritto e sostegno all’Ucraina; conflitto in Medio Oriente con le conseguenze sull’agenda globale; prioritaria attenzione nei confronti dell’Africa per costruire un modello di partenariato; attenzione alla regione dell’Indo- Pacifico; questioni migratorie; Intelligenza Artificiale. Con Biden (così come sabato con il premier canadese Justin Trudeau) i colloqui serviranno per confrontarsi  sulle principali questioni internazionali: guerra in Ucraina; situazione in Medio Oriente, sostegno umanitario a Gaza e sicurezza nel Mar Rosso; cooperazione con il Continente africano e Piano Mattei per verificare opportunità di collaborazione in aree di comune interesse; sicurezza delle catene di approvvigionamento; coordinamento transatlantico sulle sfide e opportunità poste dalla Cina;  preparazione del prossimo vertice Nato, che si terrà proprio a Washington il 9-11 luglio in occasione del 75mo anniversario dell’Alleanza atlantica.

Sull’Africa Meloni cercherà di condividere in particolare con Biden gli obiettivi del cosiddetto piano Mattei, un progetto per ora solo italiano (ma fermamente ostacolato dai francesi che lo considerano un’invasione di campo) che si inquadra in un generale nuova attenzione al continente africano. Sarebbe fondamentale avere quantomeno il sostegno politico americano su quel piano (ancora tutto in progress) soprattutto dopo il disimpegno americano dal Mediterraneo in seguito alle primavere arabe che ha di fatto modificato il quadro geopolitico dell’area aprendo la strada alla presenza massiccia di Russia, Cina e Turchia.

Ma, come riferiscono fonti di Palazzo Chigi, l’incontro con Biden servirà anche per “continuare a costruire le relazioni bilaterali sulla base della Dichiarazione congiunta adottata dai due leader nell’ambito della prima visita della Presidente Meloni a Washington dall’inizio del suo mandato, lo scorso 27 luglio”. Negli Usa la comunità italo-americana è numerosa (più di 20 milioni), cui si aggiungono più di 325.000 cittadini italiani residenti. Nel 2023 gli Usa rappresentavano il terzo mercato di destinazione dell’export italiano, con un interscambio di circa 102 miliardi di dollari (con surplus di 44 a favore dell’Italia), e presenze di imprese italiane in ogni settore economico-industriale, incluso settore della difesa e in quello aerospaziale.

G7: dossier bilaterali anche con il Canada di Trudeau

Dossier bilaterali anche con il primo ministro canadese Trudeau. Il Canada è un importante partner per l’Italia (circa 12 miliardi di euro di interscambio fra gennaio e novembre 2023, +1,1% sull’anno precedente). La bilancia commerciale è  favorevole all’Italia (+4,2 miliardi nei primi 11 mesi del 2023) e vi è un elevato livello di complementarietà (specializzazione manifatturiera e innovazione in Italia e abbondanza di materie prime in Canada). Importante è il ruolo della comunità di origine italiana (1,6milioni circa, per metà residenti nell’Ontario). E proprio per la massiccia presenza italiana concentrata lì è a Toronto che Meloni ha voluto incontrare Trudeau e non nella capitale Ottawa. Insomma, prima del G7 gli italiani…

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