E’ un “whatever it takes” quello che i leader del Sette paesi più industrializzati rivolgono a favore dell’Ucraina: sul tavolo del secondo giorno del summit oltre alla guerra ci sono clima, energia, salute, crisi alimentare, uguaglianza di genere, aiuti umanitari.
Uniti per l’Ucraina, i suoi territori, il suo futuro: il documento finale
E’ un G7 unito e compatto a fianco dell’Ucraina quello che emerge nel documento finale nel pomeriggio, dopo due giorni di incontri tenutisi nella Baviera tedesca.
“Noi siamo impegnati ad aiutare l’Ucraina per la fine della guerra della Russia, a mantenere la sovranità e l’integrità territoriale, a difendersi e a scegliere il suo futuro” dicono le conclusioni” aggiungendo che “continuiamo e continueremo a non riconoscere i tentativi della Russia di riscrivere i confini con la forza”.
Unito risulta anche nella condanna della Russia: “Continuiamo a condannare l’aggressione brutale, non provocata, ingiustificabile contro l’Ucraina dalla Russia, aiutata dalla Bielorussia”, ha aggiunto il G7. “Continueremo a coordinarci per provvedere a materiale, training, logistica, intelligence e supporto economico per istruire le sue forze armate”, si legge inoltre nella conclusione.
Più convinti sul tetto al prezzo del petrolio
Dopo i molti rialzi del prezzo del petrolio, una delle principali cause dell’impennata dell’inflazione, che per altro non fa che riempire le casse della Russia, oggi il tema del tetto al prezzo del petrolio è stato ribadito a più voci.
La presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen vede in un price cap al petrolio un ostacolo all’arricchimento delle casse di Putin. “Abbiamo parlato del tetto al prezzo del petrolio” ha detto la Presidente. “Al momento gli esperti lavorano ai dettagli” ha detto la presidente alla tv tedesca Zdf. “Non può essere che Putin venda il petrolio a prezzi molto elevati sul mercato mondiale e riempia le sue casse per la guerra. Il mondo deve esser pronto a dire: noi non siamo più disposti a pagare prezzi astronomici e avremo un tetto al prezzo e tutti devono partecipare”.
Lo ha confermato anche un alto funzionario della Casa Bianca, in un briefing a margine dell’incontro dicendo che i leader del G7 sono “molto vicini” ad un accordo per sviluppare “meccanismi” in grado di fissare un tetto globale al prezzo del petrolio esportato dalla Russia verso Paesi al di fuori degli Usa, Regno Unito, Ue e Giappone. L’obiettivo è duplice, ha aggiunto il funzionario: “affamare” Vladimir Putin e la guerra che conduce in Ucraina, sottraendogli risorse, e aiutare ad attutire l’impatto del conflitto sui prezzi dei carburanti alla pompa.
Sul price cap ha commentato anche il premier italiano Mario Draghi dicendo che esso “ha un obiettivo geopolitico oltre che economico e sociale. Dobbiamo ridurre i nostri finanziamenti alla Russia. E dobbiamo eliminare una delle principali cause dell’inflazione”.
Ad Amsterdam il prezzo del gas sale dell’1,37% a 130,2 euro a megawattora, ma nell’intraday è salito fino a 137,25 euro a megawattora. Recupera anche il prezzo del petrolio: il Wti sale dell’1,51% a 108,17 dollari al barile e il Brent dello 0,75% a 109,92 dollari. In rialzo anche il prezzo dell’oro a 1.834 dollari l’oncia (+0,23%) e dell’argento a 21,43 dollari (+1,32%).
Usa e Ue uniti nel ridurre le entrate russe
Il presidente americano, Joe Biden e la presidente della Commissione europea, in una dichiarazione congiunta hanno detto che stanno lavorando insieme per trovare modi per ridurre ulteriormente le entrate derivanti dall’energia della Russia nei prossimi mesi, per poter così tagliare ulteriormente la capacità della Russia di finanziare la sua guerra. “Queste azioni sono passi importanti, necessari e immediati che possiamo intraprendere, ma riconosciamo anche l’enormità della sfida” si legge nel cominicato congiunto.
Casa Bianca: sanzioni mirate e nuovi dazi, contrattacco sulle infrastrutture. Blocco anche dell’oro
Dalla Casa Bianca arrivano indicazioni sulle prossime sanzioni che dovranno essere più mirate per ostacolare produzione e approvvigionamento militare russi. Biden, punta ad aumentare i dazi su 570 gruppi di merci russe per un valore di 2,3 miliardi di dollari, ha detto la Casa Bianca a margine del G7.
Inoltre, si legge nella dichiarazione finale del G7, “siamo determinati a ridurre le entrate della Russia, comprese quelle provenienti dall’oro”.
Gli Usa, assieme con gli altri Paesi del G7, hanno giocato in contrattacco rispetto al fronte Russo-Ucraino, annunciando di voler migliorare le infrastrutture in altre parti del mondo.
“Gli Usa e altri Paesi del G7, stanzieranno 600 miliardi di dollari da qui al 2027 per investimenti nelle infrastrutture nel mondo” ha detto il presidente americano Joe Biden. Alla cifra totale gli Usa contribuiranno con 200 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.
La partnership, pensata per offrire un’alternativa alla Via della Seta della Cina, “fornirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei paesi in via di sviluppo, rafforzare l’economia globale e le catene di approvvigionamento e far progredire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. E’ un investimento che avrà un ritorno per gli americani e per tutti i cittadini del mondo”.
Mario Draghi: Putin non deve vincere, eliminare la dipendenza energetica dalla Russia
Il mondo visto dal punto di vista di Draghi non potrà più essere lo stesso: “Non si può più pensare di essere dipendenti dall’energia russa. Anche quando i prezzi dell’energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo. Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza della Russia”. “Putin non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina”, ha detto Mario Draghi. “Dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto al prezzo del gas”. Il premier italiano è poi tornato a sollecitare il tema dello sblocco del grano ucraino. “È essenziale sbloccare il grano in Ucraina molto prima di metà settembre, quando arriverà il nuovo raccolto. Dobbiamo dare tutto il nostro sostegno alle Nazioni Unite, perché possano procedere più velocemente nel suo lavoro di mediazione”, ha detto il presidente del Consiglio.
Clima: bisogna accelerare su transizione ambientale
I leader del G7 hanno confermato quanto scritto nell’ accordo di Parigi e nel patto di Glasgow per il clima, per mantenere la media globale di aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C e decidendo di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali.