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G7 di Hiroshima, Cina e Russia al centro dell’agenda giapponese: ecco i dettagli del vertice

FIRSTonline

È partito il conto alla rovescia per il G7 di Hiroshima. Quando i capi delle democrazie avanzate del mondo si incontreranno per un vertice di tre giorni, da venerdì 19 a domenica 21 maggio, nella città occidentale del Giappone, dovranno superare alcune loro differenze nel tentativo di mostrare un fronte compatto contro le sfide lanciate da Pechino e Mosca. Ma perché al centro del G7 di Hiroshima ci sono Cina e Russia?

Nel dettaglio, i big 7 – Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Canada e Italia – oltre alla volontà di rafforzare l’isolamento della Russia come paese aggressore nella guerra in Ucraina, cercheranno di avvicinarsi ai membri del “Sud globale” per contrastare il ruolo della Cina sulla scena mondiale. Per questo motivo si parla di un “G7 allargato”, infatti sono stati invitati a partecipare anche attori regionali chiave quali India, Australia, Corea del Sud e altre nazioni del sud-est asiatico. L’obiettivo è promuovere il concetto di “inseparabilità” della sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico per opporsi a qualunque tentativo di modificare lo status quo “con la forza, con la coercizione economica o con la minaccia delle armi nucleari”. A Hiroshima è atteso – in presenza o con un messaggio video, dipenderà dalla situazione militare – il presidente Ucraino Volodimir Zelensky. Si discuterà infatti di nuove sanzioni alla Russia, del “sostegno ampio e convinto” all’Ucraina ma anche di inserire un riferimento a una soluzione “che porti al superamento della crisi, oltre a una conferenza internazionale”, dicono le fonti al vertice. L’agenda giapponese di questo G7 è davvero impegnativa e le attese sono molto alte.

G7: il nodo Cina

Una delle questioni più complesse riguarda proprio Pechino. Secondo quanto dichiarato da diversi funzionari a Reuters, i Paesi sono “divisi” su come contenere l’espansione economica della Cina senza rischiare di rompere completamente con un partner commerciale importante. I Paesi del G7, infatti, sono tutti strettamente legati economicamente alla superpotenza, la seconda economia mondiale che rappresenta anche una base manifatturiera fondamentale e un mercato di grande importanza. E mentre Washington ha adottato un approccio più aggressivo – vuole stoppare gli investimenti (e il trasferimento di competenze) verso le aziende tech di Pechino -, altri leader europei, in particolare quelli Parigi e Berlino, non vogliono minare eccessivamente i legami con Xi Jinping. Le loro differenze sul tema sono state messe a fuoco dopo la visita di Emmanuel Macron a Pechino il mese scorso, quando il presidente francese ha chiesto all’Ue di ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti.

Da qui anche le pressioni dei partner sull’Italia affinché rinunci al Memorandum of Understanding con la Cina sull’adesione alla nuova Via della Seta, firmato dal Conte II. Finora Roma ha liquidato la questione rispondendo che l’accordo è come “una carta morta”, ma non ha ancora recapitato il mancato rinnovo a Pechino.

G7: dal ruolo della Cina a sanzioni più dure alla Russia

I leader intendono anche inasprire le sanzioni contro la Russia, con misure mirate all’energia e alle esportazioni, cercando di bloccare l’elusione delle sanzioni da parte di Mosca grazie al coinvolgimento di Paesi terzi. L’idea sarebbe quella di bloccare le forniture di gas russe impedendo “la riapertura di rotte precedentemente chiuse da Mosca nel suo uso dell’energia come un’arma, almeno sino alla fine del conflitto”, ma anche adottare possibili misure per contrastare l’aumento degli scambi commerciali della Russia con Cina, India e Turchia, che ha sinora hanno consentito a Putin di reggere l’urto delle sanzioni.

Motivo per cui l’attenzione si concentrerà anche sui rapporti con l’India, sia per quanto riguarda il petrolio ma anche per il settore dei diamanti. Le esportazioni russe di diamante erano state risparmiate dalle sanzioni internazionali poste a seguito dell’invasione di Kiev. L’obiettivo, secondo le stesse fonti, è mettere in piedi un sistema che assicuri la tracciabilità del flusso dei diamanti e quindi la reale applicabilità di un eventuale embargo sull’export russo.

Su tavolo anche nucleare, clima e transizione energetica

Tra gli altri temi centrali del G7, ci sono anche clima e transizione energetica. Il premier giapponese Fumio Kishida vorrebbe usare il summit anche per promuovere un impegno globale per il disarmo nucleare: ossia il pericolo di proliferazione di armi nucleari e persino di guerra in Europa, Medio Oriente e Asia, derivante dall’invasione russa dell’Ucraina, dalla spinta dell’Iran ad acquisire armi nucleari, dalla Corea del Nord dotata di armi nucleari e che minaccia i suoi vicini e, infine, dalla minaccia cinese su Taiwan.

Nel dettaglio il summit sarà così suddiviso: 

  • Venerdì 19 maggio la giornata sarà dedicata alle prospettive dell’economia globale, all’Ucraina, alle questioni di politica estera e sicurezza, con focus su Indo-Pacifico, disarmo e non proliferazione.
  • Sabato 20 maggio si parlerà di resilienza e sicurezza economica; rapporti con il Sud Globale; sicurezza alimentare, salute, sviluppo sostenibile e uguaglianza di genere; clima, energia e ambiente.
  • Domenica 21 maggio sarà la volta della guerra in Ucraina con l’eventuale partecipazione in presenza del presidente Zelensky (anche con i Paesi invitati) e sessione di chiusura.
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