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G7, Consiglio Europeo, Nato: 3 summit con Biden per lanciare nuove sanzioni e fermare la Russia

A Bruxelles si terranno oggi il vertice Nato, un colloquio fra i leader del G7 e una riunione del Consiglio europeo – Biden sempre presente per concordare misure contro la Russia

G7, Consiglio Europeo, Nato: 3 summit con Biden per lanciare nuove sanzioni e fermare la Russia

Giovedì 24 marzo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, interverrà al vertice straordinario della Nato a Bruxelles. Sempre nel quartier generale dell’Alleanza, il numero uno della Casa Bianca vedrà i leader del G7. Dopodiché, ancora oggi, Biden incontrerà il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al Palazzo Europa nella capitale belga, dove parteciperà come ospite al Consiglio europeo. In tutto fanno tre vertici internazionali nell’arco di poche ore, con un solo obiettivo: concordare nuove misure contro la Russia per fare pressione sul numero uno del Cremlino, Vladimir Putin, e allo stesso tempo “dimostrare unità”, come ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, Jake Sullivan.

Le “linee rosse” della Nato

In particolare, i membri della Nato dovrebbero tracciare una serie di “linee rosse” (come l’utilizzo di armi atomiche o chimiche) che, una volta oltrepassate, determinerebbero il coinvolgimento militare diretto dell’Alleanza atlantica. Significherebbe con ogni probabilità l’inizio della Terza guerra mondiale, una prospettiva che non piace a nessuno: né ai vertici politi, né tantomeno alle opinioni pubbliche. Tuttavia, fissare dei paletti è considerata un’operazione preliminare indispensabile per essere credibili al tavolo delle trattative. Alcuni ritengono che una minaccia militare diretta da parte della Nato funzionerà anche come deterrente nei confronti di Mosca, ma su questo punto i dubbi non mancano.

Usa e Ue rafforzano le sanzioni contro la Russia

È scontato, poi, che Usa e Ue annunceranno nuove sanzioni contro oltre 300 membri della Duma (la camera bassa dell’Assemblea federale della Federazione Russa), mentre si valuta se dirottare i pagamenti per le forniture di gas e petrolio su unescrow account”, ossia un conto corrente in base al quale il rilascio dei fondi è subordinato al verificarsi di determinate condizioni. In questo modo – è il progetto – il flusso di energia verso l’Europa non si fermerebbe, ma i soldi rimarrebbero congelati fino alla fine della guerra, impedendo a Putin di usarli per finanziarla. È chiaro, però, che la Russia non rimarrebbe a guardare e darebbe subito il via a nuove ritorsioni.

Le novità in campo militare

Dal punto di vista militare, bisogna decidere come sostenere la resistenza ucraina. Su questo fronte, per la verità, non sembrano esserci molte alternative: l’unica strada praticabile è l’invio di armi più pesanti e, forse, di supporto logistico; gli Stati Uniti continuano infatti a escludere la creazione di una no fly zone garantita dalla Nato – chiesta più volte dal presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj – perché si tratterebbe di un atto di guerra capace di innescare il Terzo conflitto mondiale e da cui sarebbe a dir poco difficile tornare indietro.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che tra le forniture offerte a Kiev ci saranno anche “materiali per la protezione dagli attacchi chimici, biologici, radiologici e nucleari”, mentre verrà rafforzata la presenza militare sul fianco orientale. Oggi sarà annunciato poi il raddoppio dei “battlegroup” in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre a Polonia e Paesi baltici.

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