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G20 e Warren Buffett incoraggiano i mercati

La congiuntura internazionale non giustifica il nervosismo dei mercati finanziari. E’ questo il messaggio in arrivo dal G20 di Shanghai dello scorso week end. “La volatilità delle Borse non riflette i fondamentali dell’economia globale”, ha commentato il ministro delle Finanze cinese, Lou Jiwei, nella conferenza conclusiva. Da Pechino sono arrivate nuove rassicurazioni sulle intenzioni di difendere la quotazione dello yuan. Ma dal meeting non sono emerse misure comuni per contrastare il calo della crescita.

Tuttavia, a tranquillizzare i mercati contribuisce più di tutto l’attesa delle mosse delle banche centrali, a partire dal prossimo meeting della Bce del 10 marzo. E’ opinione generale che la Banca centrale, alle prese con la caduta l tasso di inflazione, non deluderà i mercati com’è successo lo scorso dicembre. In particolare, un report di Goldman Sachs prevede che Mario Draghi annuncerà il taglio di 10 punti base del tasso sui depositi overnight, l’aumento di 10 miliardi degli acquisti mensili di bond, il prolungamento di sei mesi del QE fino a settembre 2017.

Il vertice della Fed si riunirà invece il 16-17 marzo, preceduto venerdì prossimo dai dati sull’occupazione: sono previsti 190 mila nuovi posti di lavoro (contro i 158 mila di gennaio) a conferma che l’economia viaggia verso il pieno impiego (disoccupazione al 4,9%) come è emerso dalla revisione al rialzo del Pil Usa del quarto trimestre 2015 (+1% contro la stima iniziale di +0,7%): non è però previsto un prossimo rialzo dei tassi Usa. Mercoledì 5 marzo sarà pubblicato il Beige Book sullo stato dell’economia Usa.

Molto dipenderà dalle grandi manovre sul prezzo del greggio, rimbalzato in settimana (Brent+ 9%, Wti +12%) in attesa di una possibile intesa tra i produttori.

Una nota d’ottimismo arriva dalla lettera agli azionisti di Warren Buffet in vista della prossima assemblea. Il saggio di Omaha, reduce da un anno d’oro (+32% i profitti) grazie all’ottimo andamento delle compagnie d’assicurazione e degli investimenti finanziari, scrive di non dar retta ai messaggi catastrofici dei candidati alla Casa Bianca: “I bambini che nascono oggi in Usa sono i più fortunati di sempre”.

L’AGENDA: EMERGENZA BRASILE, LA CINA ANNUNCIA GLI OBIETTIVI

Anche Wall Street guarda con grande attenzione al super-Tuesday, probabilmente decisivo per la scelta dei candidati che si sfideranno per la Casa Bianca: in netto vantaggio tra i repubblicani Donald Trump, in campo democratico sono salite le chances di Hillary Clinton.

Sotto i riflettori anche la riunione della Banca centrale del Brasile, chiamata a fronteggiare l’emergenza: è difficile che venga deciso un nuovo aumento dei tassi, oggi al 14,25%. Si aspettano misure che per frenare la recessione: il Pil è sceso dell’1,6% nell’ultimo trimestre. Rispetto ad un anno fa la caduta è del 6%.

Grande finale sabato con l’inaugurazione a Pechino del Congresso del Partito Comunista. Il premier Li Kequiang per l’occasione annuncerà l’obiettivo di crescita del Pil per l’anno in corso oltre ai target del piano quinquennale.

I dati italiani più attesi riguardano l’inflazione (lunedì) e la disoccupazione (martedì). Sul fronte societario, si terranno martedì 4 marzo i cda sul bilancio di Bper, Luxottica e del gruppo L’Espresso. Giovedì 5 toccherà a Moncler, Brembo e De Longhi. Venerdì sono in programma i conti di Atlantia.

Nella settimana l’indice Dow Jones ha guadagnato l’1,5%, l’S&P 500 l’1,6%. Il Nasdaq sale dell’1,9%. La perdita da inizio anno dell’indice S&P si è ridotta al 5%. Ancora in grave ritardo invece la Borsa Italiana nonostante il guadagno del 3,4% delle ultime cinque sedute. Il calo di Piazza Affari (+11% dai minimi di metà mese) da inizio anno si riduce a -18,3%.

L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 ha chiuso la settimana con un progresso dell’1,5%, che riduce la perdita da inizio anno a -9,3%. A guidare il rimbalzo sono state In Europa le banche (indice Stoxx +4,1%) e i titoli petroliferi (+3,6%).

A Piazza Affari si sono messe in luce le assicurazioni: Generali + 8,99%, UnipolSai + 7,78%. Per il Leone di Trieste si è trattata della miglior settimana dall’estate 2012. La quotazione è tornata sui livelli di inizio febbraio, mentre il bilancio da inizio 2016 è ancora pesante (-25%) e nettamente peggiore sia della media del settore assicurativo europeo (-15%) sia dell’indice FtseMib (-18%).

Dopo l’ottima performance di venerdì i petroliferi sperano di vivere un’altra giornata ruggente. Hanno chiuso la settimana in terreno positivo sia Saipem (+8,21%) che Tenaris (+3,64%). Ma la nota più confortante è arrivata da Eni (+6,77%). Nonostante una perdita netta pari a 8,82 miliardi di euro a causa delle “svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero”, la società, che ha confermato il dividendo di 0,80 euro, ha riscosso l’apprezzamento degli analisti per l’efficacia dell’azione di contenimento dei conti e delle nuove scoperte. Il cane a sei zampe potrà garantire l’autofinanziamento del capex in uno scenario di circa 50 dollari al barile di greggio.

In forte ripresa anche la scuderia Agnelli: Exor +9,855%, Cnh +5,11%. Torna a salire Ferrari (+2,9%). L’attenzione sarà concentrata su Fiat Chrysler (+6,09%) in occasione dell’annuncio delle vendite di febbraio, mese orribile sul fronte azionario per il gruppo guidato da Sergio Marchionne. La società esporrà al salone di Ginevra una serie di novità in grado di rafforzare le quote di mercato già crescenti in Europa. C’è molta attesa in particolare per l’avvio della produzione dell’Alfa Romeo Giulia, che sarà commercializzata in Europa nel secondo trimestre (negli Usa a fine anno). In vetrina anche la 124 Spider ed il Levante Maserati.

Dovrebbe essere la settimana buona per le nozze Bpm-Banco Popolare, anche se non tutti i nodi risultano superati. La Bce ha chiesto, secondo le indiscrezioni, una ulteriore riduzione del numero di consiglieri (da 19 a 15), tempi più stretti per cedere le sofferenze (due anni rispetto ai 5 previsti nel business plan) e sollevato dubbi sull’esigenza di preservare per 3 anni una Bpm Spa all’interno del Gruppo. Barclays ha tagliato il target di Banco Poppolare a 8,20 euro da 14,80 euro e quello di B. Pop. Milano a 0,90 euro da 1,20 euro.

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