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Fusione nucleare: la sperimentazione continua

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L’energia da fusione nucleare nel pacchetto delle soluzioni sostenibili dell’Europa post Covid 19? È qualcosa di più di un’ipotesi ormai, e molto diversa dalle centrali nucleari classiche. Per una singolare coincidenza, nelle settimane difficili della pandemia, Italia, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea del Sud hanno incrementato i lavori nel cantiere di Cadarache in Francia per la fusione. Il lockdown nella località della Provenza non c’è stato. E ne è prova il fatto che è arrivato a destinazione il primo gigantesco magnete superconduttivo. La sperimentazione, dunque, prosegue.

Dopo un lungo viaggio è stata consegnata la prima macchina necessaria al progetto Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) per avere energia disponibile mediante fusione nucleare. Per capirci, la replica in terra di ciò che accade nel sole e nelle altre stelle. Un lavoro che a Cadarache vale 20 miliardi di euro per avere energia senza impatti sull’atmosfera, mano a mano che si installeranno altre apparecchiature sofisticate per arrivare alla temperatura di 150 milioni di gradi centigradi.

Il primo supermagnete è tutto italiano, della Asg Superconductors di La Spezia, che si è aggiudicata la commessa del consorzio Fusion for Energy (F4E). Ai lavori, che prevedono la consegna di altri materiali, partecipano anche Ansaldo Nucleare e l’Enea attraverso il consorzio Icas. “Abbiamo vinto un bando internazionale da 50 milioni di euro e anche una commessa da 5 milioni di euro con il Cern”, dice Antonio della Corte, presidente del consorzio e dirigente Enea. La partnership internazionale ha valore strategico primario per l’Europa, incamminata tra alti e bassi verso la transizione energetica.

Nel cantiere francese lavorano più di 2mila persone. Seguono un piano di lavoro che prevede la messa in funzione delle macchine nel 2025 e la prima reazione di fusione nucleare nel 2035. Due date che, se rispettate – ma in campo energetico nulla è certo – sarebbero compatibili con i programmi di green deal della Commissione europea, ancorché non rivisti dopo l’epidemia Covid 19.

“Nonostante la congiuntura molto difficile, il cantiere Iter non si è mai fermato e il personale è stato addirittura incrementato”, spiega Sergio Orlandi, l’ingegnere italiano che dirige la costruzione dell’impianto. L’Iter projet ha affidato alle imprese specializzate italiane commesse per oltre 1,3 miliardi di euro.

Se il futuro è delle energie pulite non esauribili, la sperimentazione in corso in Francia deve proseguire senza tentennamenti. È il caso di ricordarlo. Perché l’iniziativa – unica nella storia dell’umanità – può andare a discapito di leader come Donald Trump, che la sta finanziando, ma che con la green economy proprio non va d’accordo.

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Categories: Economia e Imprese