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Furto banche dati, indagati Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe. I pm: “Prelevate migliaia di informazioni”

Imagoeconomica

Caso banche dati: “un gigantesco mercato delle informazioni riservate” con “dimensione imprenditoriale” nella acquisizione delle informazioni. Lo ha spiegato Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, nella conferenza stampa sull’inchiesta della Dda di Milano e della Dna. Melillo ha parlato di una “vicenda allarmante”. Sarebbero migliaia le informazioni prelevate dalle banche dati strategiche nazionali. Le indagini ieri hanno portato a 6 misure cautelari. Risultano indagati, tra gli altri, Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del patron di Luxottica, e Matteo Arpe.

E dunque, al centro dell’inchiesta della Dda di Milano e dei carabinieri di Varese che coinvolge tra gli altri il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e l’ex super poliziotto in pensione Carmine Gallo, notizie riservate sul mondo dell’imprenditoria e dell’economia. Tra gli spiati Scaroni e Gorno Tempini.

“Non siamo al sicuro. Bisogna allinearsi con la tecnologia a disposizione della criminalità”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Furto di dati sensibili, accuse e indagati

Nell’inchiesta della Dda di Milano e della Procura nazionale antimafia sul furto di dati sensibili dalle banche dati risultano indagati anche l’imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e il banchiere Matteo Arpe. A loro i pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, coordinati dai procuratori Marcello Viola e Gianni Melillo, contestano il concorso in accesso abusivo a sistemi informatici.

Furto di dati sensibili, la difesa di Del Vecchio

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, precisa, in una nota, Maria Emanuela Mascalchi, l’avvocata di fiducia dell’indagato il quale “attende serenamente lo svolgimento delle indagini preliminari che auspica si concludano rapidamente in modo da poter subito dimostrare la propria totale estraneità ai fatti e l’infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Furto di dati sensibili, la difesa di Arpe

“Il dottor Arpe è stupito perché si è trattato di un incarico professionale della famiglia limitato a una vicenda privata successiva alla scomparsa del padre”, così fa sapere il legale di Matteo Arpe, che figura tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Milano e della Dna su attività di dossieraggio su larga scala che ha portato a sei misure cautelari. Arpe, fa sapere il legale “ha dato e darà piena collaborazione agli inquirenti”.

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