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Furto banche dati, indagati Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe. I pm: “Prelevate migliaia di informazioni”

Furto banche dati, Melillo, procuratore antimafia: “Un gigantesco mercato delle informazioni riservate”. Sei misure cautelari, indagati tra gli altri Matteo Arpe col fratello Fabio e Leonardo Maria Del Vecchio. Tra gli spiati ci sarebbe Letizia Moratti. Ecco i dettagli

Furto banche dati, indagati Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe. I pm: “Prelevate migliaia di informazioni”

Caso banche dati: “Un gigantesco mercato delle informazioni riservate” con “dimensione imprenditoriale” nella acquisizione delle informazioni. Lo ha spiegato Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, nella conferenza stampa sull’inchiesta della Dda di Milano e della Dna. Melillo ha parlato di una “vicenda allarmante”. Sarebbero migliaia le informazioni prelevate dalle banche dati strategiche nazionali. Le indagini ieri hanno portato a 6 misure cautelari. Risultano indagati, tra gli altri, Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del patron di Luxottica, e Matteo Arpe.

E dunque, al centro dell’inchiesta della Dda di Milano e dei carabinieri di Varese che coinvolge tra gli altri il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e l’ex super poliziotto in pensione Carmine Gallo, notizie riservate sul mondo dell’imprenditoria e dell’economia. Tra gli spiati, Letizia Moratti, Paolo Scaroni e Giovanni Gorno Tempini.

“Non siamo al sicuro. Bisogna allinearsi con la tecnologia a disposizione della criminalità”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Furto di dati sensibili, accuse e indagati

Nell’inchiesta della Dda di Milano e della Procura nazionale antimafia sul furto di dati sensibili dalle banche dati risultano indagati, tra gli altri, Leonardo Maria Del Vecchio, che avrebbe chiesto e ottenuto informazioni sui fratelli per motivi di eredità e sull’allora fidanzata, modella e attrice, Jessica Michel Serfaty e il suo braccio destro Marco Talarico. E ancora indagati sono Matteo Arpe e il fratello Fabio per l’accesso abusivo alla filiale di Alessandria di Banco Bpm; l’amministratore delegato di Banca Profilo, Fabio Candeli – con l’istituto che guida si dicono “certi di dimostrare la loro estraneità ai fatti”- e infine anche Fulvio Pravadelli, l’ex di Publitalia e direttore generale della Veneranda Fabbrica del Duomo, che, secondo l’accusa, avrebbe fatto “spiare” il cantautore Alex Britti per via della separazione da sua figlia.

Furto di dati sensibili, committenti e spiati

Sul fronte committenti, sempre secondo l’accusa, oltre a studi legali e professionali anche il gruppo Erg, tramite quattro suoi manager pure loro indagati, e la Barilla, col responsabile della sicurezza indagato. In entrambi i casi i dati raccolti riguardano alcuni dipendenti: nel primo per una sospetta attività di insider trading, nel secondo per sapere chi dall’interno dell’azienda di Parma aveva passato notizie a un quotidiano.

Questa attività di dossieraggio era portata avanti con l’acquisizione di tabulati telefonici, la localizzazione di cellulari grazie a un esperto informatico in Svizzera, riprese audio e video di colloqui, e anche l’intercettazione abusiva di chat, mail e messaggi WhatsApp. Informazioni “rubate” anche ad alcuni giornalisti, fonti che Pazzali (il quale avrebbe chiesto moltissimi report) si giocava nei suoi rapporti personali con alcune persone ignare, come Daniela Santanchè (estranea alla vicenda). Tra i moltissimi bersagli del dossieraggio tanti esponenti del mondo economico e finanziario, come Paolo Scaroni, ex ad di Eni e presidente del Milan, Giovanni Gorno Tempini, numero uno di Cassa Depositi e Prestiti, e il banchiere Massimo Ponzellini. Eccetto persone vicine a Letizia Moratti, “non ci sono emergenze di rilievo che portano alla politica”, ha sottolineato il procuratore Marcello Viola, aggiungendo che l’inchiesta sta andando avanti.

Furto di dati sensibili, la difesa di Del Vecchio

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, precisa, in una nota, Maria Emanuela Mascalchi, l’avvocata di fiducia dell’indagato il quale “attende serenamente lo svolgimento delle indagini preliminari che auspica si concludano rapidamente in modo da poter subito dimostrare la propria totale estraneità ai fatti e l’infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Furto di dati sensibili, la difesa di Arpe

“Il dottor Arpe è stupito perché si è trattato di un incarico professionale della famiglia limitato a una vicenda privata successiva alla scomparsa del padre”, così fa sapere il legale di Matteo Arpe, che figura tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Milano e della Dna su attività di dossieraggio su larga scala che ha portato a sei misure cautelari. Arpe, fa sapere il legale “ha dato e darà piena collaborazione agli inquirenti”.

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