Gli ultimi in ordine di tempo sono stati beccati il 12 luglio dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata che, dopo aver registrato oltre 200 episodi di assenteismo in poche settimane, ha dato esecuzione a 23 misure cautelari (arresto, ma a domicilio) nei confronti di altrettanti dipendenti del Comune di Boscotrecase, in provincia di Napoli. Anche loro, rientrano di diritto nel novero dei cosiddetti “furbetti del cartellino”, lavoratori assenteisti che timbrano il badge per poi andare via ad “occuparsi di altre faccende”, come shopping, palestra ecc.
I ‘furbetti’ sono accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni in servizio.
A meno di 24 di distanza entrano in vigore le nuove regole sui procedimenti disciplinari per i dipendenti pubblici colti sul fatto stabiliti dal decreto attuativo della riforma Madia approvato dal Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2016.
Furbetti del cartellino: le nuove regole in vigore da oggi
A partire dal 13 luglio, i lavoratori della PA che timbreranno il proprio badge per poi andare via o che faranno timbrare il cartellino da un collega presente sul posto di lavoro, mentre loro sono impegnati in altre attività, potranno essere licenziati in 30 giorni. Entro 48 ore dal fatto, il dipendente dovrà essere sospeso e verrà anche privato del proprio stipendio, usufruendo solo di un “assegno alimentare”, pari a metà del salario base.
Una volta avviata la procedura disciplinare e informato l’ufficio per i provvedimenti il dipendente avrà 15 giorni di tempo per preparare la propria difesa. Poi ci saranno due settimane ulteriori per portare a termine l’istruttoria, alla fine della quale potrà scattare il licenziamento. In aggiunta, in base a quanto previsto dalla nuova legge, il cosiddetto furbetto del cartellino potrebbe dover pagare allo Stato i danni d’immagine per un importo pari ad almeno sei mesi di stipendio. L’ammontare esatto verrà stabilito da un giudice anche in base al risalto che la sua condotta ha avuto sui mezzi di informazione.
Occorre sottolineare infine che, anche il dirigente che farà finta di non accorgersi dell’illecito compiuto dal proprio sottoposto potrà andare incontro al licenziamento.
Le regole «si applicano agli illeciti disciplinari commessi successivamente alla data di entrata in vigore» del testo, appunto mercoledì 13 luglio.