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“Full Monti”, i consigli di Morgan Stanley: patrimoniale renderebbe poco, meglio vendere gli asset

E’ il giudizio di Morgan Stanley, nel commento sulla nomina di Mario Monti a premier. L’investment bank boccia la patrimoniale: “le famiglie italiane sono le più ricche del G7, ma la ricchezza è mal distribuita. Meglio focalizzarsi sull’Ici, sul taglio del cuneo fiscale e sull’aumento dell’Iva”. Ma soprattutto sulla vendita di asset: frutterebbe 812 miliardi

“Full Monti”, i consigli di Morgan Stanley: patrimoniale renderebbe poco, meglio vendere gli asset

Tutto quello che è necessario, appropriato o possible”. È questo il significato dell’espressione british The full Monti (che a molti ricorderà il titolo del film). Un gioco di parole che calza a pennello oggi per sintetizzare la sfida del nuovo premier Mario Monti. Parola di Morgan Stanley che oggi ha diffuso un primo commento sul nuovo corso di Monti.

“Con la ricchezza delle famiglie che è un multiplo del debito governativo – scrive l’analista Daniele Antonucci – mettere le mani ancora di più nelle tasche degli italiani potrebbe essere la strada in cui si concretizzeranno gli interventi di repressione finanziaria. Ma per ridurre un debito pesante il nuovo premier dovrà principalmente focalizzarsi sia su riforme strutturali a favore della crescita sia al consolidamento fiscale. Se l’Italia ha un forte record nell’ottenere il secondo, non così il primo”.

Morgan Stanley rileva che la ricchezza delle famiglie italiane ammonta a  8,7 mila miliardi di euro (340mila euro per famiglia), la più alta nel G7. Nelle stime la parte di immobili residenziali pesa per più della metà del totale. In ogni caso questa ricchezza è concentrata per il 44,5% nel 10% delle famiglie mentre il 50% più povero possiede solo il 9,8% del totale. I bond governativi (355 miliardi di cui 195 italiani) devono rimanere esclusi dal calcolo della ricchezza delle famiglie perché in realtà dovranno essere ripagati tramite le tasse future.

Una tassa sulla ricchezza – spiega Morgan Stanley – potrebbe contribuire a diffondere un senso di giustizia, dato che è probabile che perdureranno sostanziali sacrifici per le famiglie a più basso reddito. Ma, al meglio, potrebbe portare pochi miliardi nelle casse dello Stato. Ecco perché forse potrebbe essere accompagnata dalla reintroduzione dell’Ici sulle abitazioni occupate dal proprietario”. 

E anche la vendita di asset potrebbe qui aiutare a spingere le entrate: su questo fronte l’Italia sembra avere abbastanza margini di manovra. Nei calcoli di Morgan Stanley il valore di mercato degli asset privatizzabili potrebbe ammontare a 812 miliardi di euro (240 miliardi monetizzabili). Così come potrebbe produrre benefici tagliare il cuneo fiscale e allo stesso tempo aumentare l’Iva. Ma se i limiti della sostenibilità del debito non sono ancora stati raggiunti e  una maggiore stabilità politica e la forza del bilancio del settore privato rappresentano elementi cruciali per una qualsiasi azione che il governo dovrà implementare nel breve termine, la vera svolta deve arrivare dalla crescita. “E’ questa l’unica cosa che manca all’Italia che potrebbe sorprendere i mercati e l’Europa. Perché l’Italia ha un record modesto nel mettere a segno riforme a favore della crescita. Non mancano le cose da fare, una ampia stabilità politica e coesione sociale saranno necessarie”.

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