Chissà se gli incentivi economici porteranno davvero più cittadini a vivere nei paesini di montagna. Nulla a che vedere con le vacanze e la stagione estiva, intendiamoci. Quello che ha stabilito la Regione Piemonte- seconda dopo l’Emilia Romagna- é una specie di concorso per chi vuole trasferirsi definitivamente. Il primo settembre parte il bando da 10 milioni di euro « affinché chi risiede in un centro urbano e intende acquistare o recuperare un immobile in un comune montano del Piemonte con meno di 5mila abitanti riceverà un contributo da 10 a 40 mila euro ». Una decisione, come dire, strutturale, concepita insieme all’Unione dei Comuni montani – Uncem- che da tempo ne sostiene la validità.
Le città soffocano, i costi di gestione delle abitazioni sono in crescita, gli stili di vita sostenibili sono spesso in antitesi con le esigenze primarie quotidiane. Magari il successo di politiche incentivanti a vivere « fuori dalle mura » col tempo si congiungerà con le nuove forme di lavoro a distanza. Vedremo se sarà così. Sta di fatto che l’ Uncem ha proposto a tutte le Regioni italiane di lavorare in questa direzione e non tutti finora sono stati ad ascoltarla. I 10 milioni di euro del Piemonte guardano a nuove residenze nelle Alpi che generino sviluppo, inclusione, incontro. Nuove comunità ma anche nuove identità, laddove le città vengono vissute a distanza, lontani -gli ex cittadini- dalle cento contraddizioni che le animano. Non per questo devono sentirsi isolati, novelli amanti del buon vivere senza frastuoni e doppi vetri.
I Comuni montani del Piemonte con meno di 5mila abitanti protagonisti del bando, sono 465 suddivisi in tutte le province. Si sa già che al bando potranno partecipare i nati a partire dal 1955. Ma con le aspettative per i più giovani, per le coppie più « eco », i nati dopo il 1980 riceveranno un punteggio più alto. Sono i più corteggiati. Punteggio premiante anche verso Comuni ad alta marginalità, per il lavoro in smart-working o per lavori edilizi nelle abitazioni con soluzioni architettoniche e paesaggistiche non invasive. L’ambiente va rispettato: é il ritornello politico burocratico delle scelte piemontesi.
« Abbiamo dato il nostro supporto nella stesura del bando, che segue quello per le ‘Botteghe dei servizi’ case della comunità. Dobbiamo evitare insieme vi siano solo trasferimenti di residenza che poi sarebbero effimeri. Nuove residenze devono generare comunità e opportunità. Ne abbiamo bisogno » ha detto Roberto Colombero, Presidente dell’ Uncem del Piemonte. I soldi a disposizione sono l’attrattore principale. Tuttavia quello che deve sul serio stimolare il ripopolamento dei piccoli centri sono nuove politiche territoriali di raccordo extraurbano. Soluzioni dove i bisogni lavorativi, di studio, di cultura, siano presenti anche nelle scelte di chi governa l’economia. Per questo oltre ai bandi pubblici i piccoli Comuni aspettano investimenti e strutture da parte di imprenditori e services sull’onda della green economy.