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Ftse Mib sprofonda: banche e lusso nel mirino, oro su

FIRSTonline

Cade a picco Piazza Affari, tramortita dall’effetto virus che contagia gli altri mercati, nonché tutte le forme di investimento. Milano cede alle 12.45 il 4,68% abbondante precipitando sotto i 24 mila punti (a 23.634). Perdite ben superiori al 3% a Parigi, Francoforte e Madrid. Londra lascia sul terreno il 3,2% circa.

Il governo italiano ha emanato un decreto legge per introdurre un pacchetto di interventi straordinari in grado di isolare le aree del contagio (al momento circoscritte a una decina di Comuni e 50 mila abitanti) per un paio di settimane. Gli analisti di Equita si aspettano un impatto negativo, ma temporaneo, sul pil. Dall’Arabia Saudita, dove ha partecipato al vertice del G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali, il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha detto a Bloomberg che il virus potrebbe avere un impatto di oltre lo 0,2% sul pil.

Un segnale positivo, ma superato dall’emergenza arriva dall’indice tedesco Zew sulla fiducia che sale più del previsto a 96,1 punti.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi apre la settimana in rialzo a 143 punti rispetto alla chiusura a quota 134 di venerdì scorso a fronte degli acquisti sulla carta tedesca, bene di rifugio per eccellenza dell’area euro. Il bund decennale tratta a -0,49% ai minimi da ottobre. Il rendimento del decennale italiano si attesta allo 0,98%.

Il petrolio Brent è in calo del 2,4% a 57 dollari il barile.  Aprono in profondo rosso la settimana dei conti sia Eni -4,1% che Saipem -6,1%.

Sugli scudi l’oro +2% a 1.678 dollari l’oncia, nuovo massimo dal 2013, dal +1,5% di venerdì. La corsa alla protezione, ha spinto il rendimento del Treasury americano a 30 anni, a 1,91%, minimo della storia.

La discesa della Borsa italiana è guidata dalle banche, già protagoniste del rally legato al risiko. Perché colpi Intesa Sanpaolo -5,1% a 2,392 euro che ha chiuso filiali in 11 città del nord Italia a causa del coronavirus. Fa peggio Ubi Banca -5,3%. Oggi a Bergamo si incontrano gli azionisti di Ubi riuniti nel cosiddetto “Patto dei Mille” (rappresenta circa l’1,6% del capitale della banca), mentre il patto sindacato azionisti  (controlla circa il 7,7%) ha rinviato la riunione prevista per stasera. I vertici “in ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute e della Regione Lombardia, hanno deciso di rimandare alla prima data utile possibile l’incontro del Patto previsto per questa sera” per valutare l’ops di Intesa Sanpaolo.

Perde colpi anche Unicredit -4% nonostante che l’ad Jean Pierre Mustier abbia confermato che rimarrà alla guida della banca. In profondo rosso anche Banca Bpm -6,3% e Bper -4,2%.

Crolla Nexi -7,3%, colpiti anche i titoli del gestito: Azimut -6,8%. FinecoBank -5,2%. Poste italiane -5,75%. Deutsche Bank alza il target price a 13,5 euro, un euro in più di prima.

Copione simile nel lusso: Moncler -6%. Ferragamo -8%. Brunello Cucinelli -4,5%, Tod’s perde il 7,6%.

Il focolaio di COVID 19 in Italia potrebbe costare alle società del lusso, un calo giornaliero di circa un terzo delle vendite in Italia: quasi la metà del giro d’affari domestico, è generato da acquisti di turisti, questo flusso di stranieri in visita, dovrebbe ridursi di parecchio, anche per effetto delle misure precauzionali prese in alcune aree del Paese. Per Tod’s, le attività in Italia dovrebbero valere più di un quarto dei ricavi, a seguire Cucinelli e Moncler con il 15% e l’11% circa.

La riduzione degli spostamenti penalizza anche Autogrill -12,9%, Campari -4,85%.

Technogym -6,4%. Nel Nord Italia, molte palestre restano chiuse per il virus. Vendite anche sull’automotive. Fiat Chrysler -5,3%. Ferrari -5,5%. Pirelli -5,6%. Non sono risparmiate le utility. Enel -3,2%, Terna -3,2%.

Lo scudetto per la performance peggiore tocca però al titolo Juventus -11%. La società nel primo semestre dell’esercizio 2019/2020 ha registrato una perdita di 50,3 milioni, rispetto all’utile di 7,5 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente.  Risultati deboli, principalmente a causa del forte aumento del costo del personale, un fenomeno che dovrebbe essere in parte riassorbito nella seconda parte dell’anno.

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Categories: Finanza e Mercati