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Fs, sprint sulla rete nazionale e sui 4 corridoi europei

Ferrovie dello Stato punta a rafforzare la rete e ad accelerare la realizzazione dei corridoi europei

Ferrovie dello Stato intende sviluppare le linee ferroviarie italiane funzionali ai quattro corridoi europei che attraversano il nostro Paese: Reno-Alpi, Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Scandinavia-Mediterraneo. Lo scrive il gruppo in una nota, precisando che “già sono in corso i lavori per adeguare la sagoma agli standard continentali, per realizzare binari di sosta e/o precedenza in grado di ospitare treni lunghi fino a 750 metri e per installare tecnologie di ultima generazione per il distanziamento in sicurezza dei treni e la gestione e il controllo del traffico ferroviario”.

Secondo l’ad e dg Renato Mazzoncini, “per competere a livello continentale sia nel trasporto viaggiatori sia in quello merci è necessario dotare il Paese di un sistema infrastrutturale all’avanguardia e in grado di rispondere in maniera adeguata alle esigenze di trasporto che saranno sviluppate dal mercato. E per le infrastrutture ferroviarie nazionali, uno dei pilastri del Piano industriale 2017-2026 e parte integrante del sistema europeo, il Gruppo FS Italiane ha previsto investimenti economici per 57,5 miliardi di euro, 33,5 per la rete convenzionale e 24 per la rete AV/AC e i Corridoi TEN-T europei, sui complessivi 94”.

Infrastruttura che sarà sviluppata “per incrementare l’integrazione con il network europeo – prosegue la nota – per sviluppare i collegamenti e i traffici su ferro dei valichi alpini con Francia, Svizzera e Austria, per migliorare sensibilmente la mobilità integrata nelle grandi aree metropolitane e nei nodi urban; e per rendere efficiente, efficace e sostenibile dal punto di vista ambientale il trasporto di persone e merci”.

In questo modo il sistema ferroviario nazionale potrà rispondere a quanto indicato nel Libro Bianco dei trasporti adottato dall’ Unione europea nel 2011, che prevede, entro il 2030, per distanze superiore a 300 km, il trasferimento con carri ferroviari del 30% delle merci, e del 50% entro il 2050.

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