l Gruppo Ferrovie dello Stato (Fs) chiude il bilancio 2022 con un forte incremento di ricavi (+1,4 miliardi sul 2021), Ebitda e utile netto. Investimenti in crescita del 9% e scadenze Pnrr rispettate. Scendendo nel dettaglio ecco i dati più significativi comunicati dal gruppo Fs e approvati dal Cda:
- ricavi operativi a 13,7 miliardi di euro (+12% pari a +1,4 miliardi di euro vs 2021)
- Ebitda a 2,2 miliardi di euro (+17% che diventa + 119% pari al netto dei ristori Covid)
- Ebit a 262 milioni di euro (+36% ovvero +112% al netto dei ristori Covid)
- Utile netto a 202 milioni di euro (+5%)
- Investimenti tecnici a 11,3 miliardi di euro (il 98% è sul territorio nazionale), di cui oltre 9 miliardi di euro in infrastrutture ferroviarie e stradali
- posizione finanziaria netta pari a 7,9 miliardi di euro (-1 miliardo di euro vs 2021).
Il gruppo inoltre ha aggiudicato gare in ambito infrastrutturale per 15 miliardi di euro e pubblicato bandi di gara per circa 26 miliardi. Venendo al Pnrr, Fs ha raggiunto tutte le scadenze previste dal programma e in particolare: l’affidamento lavori sull’infrastruttura ferroviaria Napoli-Bari per un valore di 370 milioni di euro, l’affidamento lavori ERTMS per un valore di 3,27 miliardi di euro e l’affidamento lavori Palermo-Catania per un valore di 1,21 miliardi di euro.
Infine, il comunicato di Ferrovie sottolinea l’impegno per la mobilità sostenibile: l’84,2% delle spese in conto capitale, il 60,6% dei ricavi e il 44,5% dei costi operativi sono riconducibili ad attività ecosostenibili secondo i criteri della Tassonomia europea.
FS Luigi Ferraris: bilancio 2022 base solida per completare gli obiettivi Pnrr
I risultati positivi del 2022 e il forte segnale di ripresa post Covid “confermano il ruolo chiave del Gruppo FS nel dotare il Paese di un sistema infrastrutturale, di mobilità e di logistica merci efficiente e integrato, nonché nel contribuire a rendere le nostre città più sostenibili. La crescita dei ricavi in un anno del 12% è frutto della capacità operativa del Gruppo che ha permesso di cogliere il consistente aumento della domanda di mobilità di persone che ha visto raddoppiare, rispetto al 2021, i viaggiatori delle Frecce. Tutti gli indicatori economici sono in crescita trainati dalla gestione ordinaria, con l’Ebitda in miglioramento di oltre 1,1 miliardi di euro, tenendo conto della drastica riduzione nel 2022 rispetto al 2021 per circa 800 milioni di euro dei ristori Covid. Il Gruppo chiude con un +5% di utile netto. I risultati conseguiti e le attività avviate costituiscono una base solida per portare a completamento gli ulteriori obiettivi Pnrr, le altre opere strategiche per il Paese e favorire lo sviluppo di una nuova mobilità integrata.”
FS: nel 2022 raddoppiano i viaggiatori delle Frecce dopo il Covid
Il 2022 è stato l’anno della ripresa dopo la tremenda crisi Covid. I ricavi da servizi di trasporto, pari a 6,9 miliardi di euro, segnano un incremento di 996 milioni di euro rispetto al 2021, sia in ambito nazionale che internazionale. Aumentano infatti – sottolinea ancora la nota Fs – sia i ricavi relativi ai servizi passeggeri su ferro (complessivamente +962 milioni), che i ricavi connessi al trasporto merci su ferro (+45 milioni) supportati anche dalle partnership con grandi players internazionali, tra cui HUPAC”.
I volumi di domanda dei viaggiatori/km (+106,5% nei servizi a mercato, +50,3% nel servizio intercity, +39,9% nel servizio regionale) e di produzione dei treni/km (+37,1% nei servizi a mercato, +4,7% nel servizio intercity, -1,5% nel servizio regionale), sono stati spinti dalla gestione operativa e dalla ripresa della mobilità generale con l’allentamento delle restrizioni messe in campo dal Governo italiano, in linea con gli altri Paesi europei, per il contenimento della pandemia da Covid-19. Il tutto pur avendo mantenuto le tariffe invariate anche sul fronte dei servizi a mercato.
I costi operativi toccano gli 11,4 miliardi, in crescita di 1,1 miliardi (+11%) per effetto della forte ripresa delle attività di business, ma anche – conclude il comunicato FS – “per l’assorbimento delle forti discontinuità causate dalla spirale inflattiva generata dall’incertezza socio-politica ed economico-finanziaria legata al conflitto in Ucraina, dall’indebolimento dell’economia in Cina e dalle difficoltà di approvvigionamento lungo le catene del valore, che si traduce nell’aumento del costo delle materie prime, in primis quello dell’energia elettrica“.