Nel 2020 le Ferrovie dello Stato si confermano primo investitore d’Italia con 9 miliardi di euro di investimenti tecnici (+5% sul 2019). Il gruppo ha realizzato inoltre ricavi operativi per 10,8 miliardi di euro (-12,8%), ma a fronte di 1,7 miliardi di euro circa di impatto negativo dovuto al Covid-19.
Sul fronte della redditività, l’Ebitda è risultato pari a 1,6 miliardi di euro (-37,4% rispetto al 2019), ma con un impatto negativo da Covid-19 superiore a un miliardo di euro.
Nonostante gli effetti negativi della pandemia e grazie all’ottimizzazione dei processi industriali, la perdita è stata contenuta a 562 milioni di euro.
Confermata la solidità patrimoniale del gruppo, con 41,4 miliardi di euro di mezzi propri.
I ricavi da servizi di trasporto, pari a 5 miliardi di euro, segnano una flessione di 2,5 miliardi di euro rispetto al 2019 (di cui 2,3 miliardi per effetto del Covid). A causa degli effetti della pandemia, sono in calo tutte le componenti legate al trasporto.
I costi operativi dell’anno si sono attestati a 9,2 miliardi di euro, in flessione di 610 milioni di euro (6,2%) rispetto all’esercizio precedente, in buona parte grazie al taglio dei costi messo in atto durante il periodo di lockdown e nei mesi successivi.
“Nonostante le forti, oggettive complessità causate dall’emergenza nel 2020 a tutte le filiere produttive industriali del Paese, il gruppo FS Italiane – sottolinea la nota – ha proseguito nel suo ruolo centrale di sostegno del sistema industriale nazionale”.
Inoltre, Fs Italiane conferma “la sostenibilità ambientale, sociale ed economica come elemento guida per la definizione delle scelte strategiche e operative e per assicurare una crescita responsabile del business nel medio e lungo periodo”.
Sotto il profilo della sostenibilità ambientale, Fs Italiane, che sarà carbon neutral entro il 2050, conferma anche “il miglioramento del trend delle emissioni, anche al netto della riduzione della produzione dovuta alla pandemia”.