“Il Piano Industriale 2022-2031 di Fs intende imprimere un’accelerazione agli investimenti e, con una visione di lungo periodo, dare maggiore certezza all’esecuzione delle opere nei tempi previsti. Con infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e i servizi di mobilità calibrati sulle diverse esigenze dei nostri clienti”. Lo ha detto Luigi Ferraris, ad del Gruppo Fs, nel corso della presentazione alla Stazione Termini del Piano industriale 2022-2031 di Fs Italiane alla presenza della presidente Nicoletta Giadrossi.
Una visione strategica e industriale di lungo periodo sostenuta da un piano di investimenti da oltre 190 miliardi e 40 mila assunzioni nei prossimi dieci anni. “Il grosso degli investimenti – ma anche delle assunzioni – ha spiegato Ferraris – avverrà tra il 2024-2026, quando gli investimenti supereranno i 20 miliardi all’anno”.
Il Piano Industriale presentato da Ferraris prevede anche una profonda ridefinizione della governance e una nuova struttura organizzativa e “vede nelle persone il suo principale fattore abilitante”, ha sottolineato il numero uno di Fs, ma anche nell’innovazione tecnologica, nella digitalizzazione e nella connettività. Difatti, tra gli obiettivi a medio termine, l’ad ha citato il rafforzamento della connettività a bordo, puntando ad adeguare tutta l’Alta velocità estendendo lo standard 4g entro 18 mesi.
Nonostante il contesto geopolitico non proprio incoraggiane, il piano prevede al 2031 ricavi in crescita a circa 22,5 miliardi di euro e l’ebitda a 3,9 miliardi, con una crescita media annua (Cagr), nell’arco di piano, rispettivamente pari al 6,9% e all’8,2%.
Fs, Piano industriale: i punti salienti
Il piano decennale punta a dare certezza di esecuzione alle opere infrastrutturali nei tempi previsti; favorire il trasporto collettivo multimodale rispetto a quello privato; incrementare, sino a raddoppiare rispetto al 2019, il trasporto merci su ferro; rendere le infrastrutture ferroviarie e stradali più sostenibili, accessibili, integrate; ridurre il gap tra nord e sud del Paese; aumentare il grado di autonomia energetica attraverso fonti rinnovabili.
“Ci attendono grandi sfide, una nuova domanda di mobilità, un graduale ritorno alla normalità, la richiesta di un servizio di eccellenza”, ha proseguito l’ad, aggiungendo che questo significa “focalizzarsi sui bisogni del passeggero ed impegnarsi per essere credibili”. Per valorizzare le potenzialità di tutte le società del Gruppo è emersa l’esigenza di ridefinire la governance e rivedere la struttura organizzativa.
La nuova governance divisa in quattro poli
Sono quattro i poli previsti dal piano industriale 2022-2031 di Fs per ridisegnare la governance del gruppo e raggiungere gli obiettivi fissati nel documento: infrastrutture, logistica, passeggeri e urbano.
Il polo infrastrutture farà capo a Rfi, con il contributo di Anas ed Italferr. E punta a garantire l’esecuzione degli investimenti; massimizzare le sinergie industriali; definire e specializzare i ruoli delle diverse infrastrutture. Sono previsto per RFI 110 miliardi euro per giungere ad un aumento della capacità ferroviaria del 20% e ad una forte riduzione dei tempi di percorrenza (come Napoli-Bari in due ore). Per Anas sono programmasti investimenti per 50 miliardi di euro in manutenzione ordinaria, straordinaria e sviluppo della rete.
Il polo passeggeri punta a sviluppare una strategia sempre più focalizzata sulle diverse esigenze dei clienti; alla promozione del trasporto collettivo rispetto a quello individuale. Sarà sotto la guida di Trenitalia e punterà ad un trasporto multimodale, integrato, economico e sostenibile. I milioni destinati per questo polo sono invece 309.
Il polo logistica mira a incentivare il trasporto multimodale, l’offerta integrata (rotaia e gomma) con investimenti sui terminali multimodali, che il gruppo sta programmando in Italia ed Europa. Oggi in Italia la quota merci su ferrovia è dell’11% che si punta a portare almeno al 30%, in linea con le indicazioni UE, raddoppiando anche la quota del Gruppo FS attorno al 10% in arco piano.
Infine il polo urbano punta a valorizzare il potenziale di rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare del Gruppo; garantire un presidio unitario e avere un ruolo di primo piano nei “Piani urbani di mobilità sostenibile” attraverso partnership per una sempre più efficiente gestione degli asset.
I quattro nuovi poli di business saranno omogenei per missione e obiettivi. “Avranno un ruolo cruciale per sviluppare un sistema di infrastrutture e di mobilità sempre più integrati e sostenibili a beneficio del Paese. Determinante, per procedere in questo percorso, è la revisione dell’assetto regolatorio-normativo, in coerenza con gli obiettivi del Gruppo”, ha sottolineato il manager.
Energia e transizione ecologica nel Piano Industriale di Fs
Grande attenzione sarà rivolta alla transizione ecologica, con un piano di efficientamento e riduzione dei consumi e una serie di attività finalizzate all’autoproduzione da fonti energetiche rinnovabili. Le attività del Gruppo, infatti, richiedono un elevato consumo di energia annuo pari a circa il 2% della domanda nazionale.
A tal fine, Fs punta a valorizzare o a riconvertire parte dei propri asset installando impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per garantire la copertura almeno del 40% del fabbisogno energetico del Gruppo.
L’obiettivo è di contribuire al perseguimento nazionale degli obiettivi della transizione ecologica, con un piano che permetterà di ridurre le emissioni di CO2 di circa 7,5 milioni di tonnellate annue grazie alle iniziative di business e allo shift modale verso il ferro: nel trasporto passeggeri permetterà una riduzione di circa 2,8 milioni di tonnellate all’anno mentre in quello merci la diminuzione sarà di circa 2,9 milioni di tonnellate annue.
Presenza internazionale di Fs Italiane
Nel Piano Industriale 2022-2031 si punta anche a generare ulteriore valore nei Paesi dove il Gruppo è già presente, come Francia, Germania, Grecia, Olanda, Regno Unito e particolarmente in Spagna, dove il Frecciarossa 1000 viaggerà fra le principali città del Paese entro la fine del 2022. Lo sviluppo di una strategia internazionale per tutte le società del Gruppo prevede un incremento dei ricavi da 1,8 miliardi di euro (nel 2019) a circa 5 miliardi di euro nel 2031.