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Fs: obiettivo Borsa, il nodo è il perimetro dell’Ipo

Il cammino che conduce alla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato comincia piano piano a definirsi. L’incontro di ieri in via XX Settembre tra i vertici di Fs, il capo della segreteria tecnica del Mef Fabrizio Pagani, i rappresentanti del ministero dell’Infrastruttura e di numerose banche d’affari, tra cui spiccano Intesa Sanpaolo, Unicredit, Citi, Ubs, Merril Lynch, Rotschild e Credit Suisse è stato definito altamente operativo e ha portato dei nuovi tasselli nella strada per la definizione della strategia di privatizzazione delle Ferrovie, considerata fondamentale dall’Esecutivo.

I tempi, però, come già preannunciato nei giorni scorsi, saranno relativamente lunghi, tanto che l’Ipo dovrebbe avvenire verso la fine del 2015. Il nodo più importante da sciogliere, il centro focale delle discussioni di ieri, è quello del perimetro dell’operazione. Sono tre le opzioni sul tavolo: quotare l’intero gruppo, quotare solo Trenitalia oppure, ma sembra l’opzione meno probabile, quotare solamente l’Alta velocità, ovvero Frecciarossa, dopo aver proceduto alla societarizzazione del marchio.

La posizione del Gruppo è nota da tempo: in Fs si punta a collocare una quota della holding. Ma è necessario, in questo momento, considerare con la dovuta cura anche le alternative, come la quotazione per pezzi, rilanciata nei giorni scorsi anche dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e dai rappresentanti di alcune banche. Bisognerà poi decidere l’entità del pacchetto quotato, tenendo presente che sarà necessario, in ogni caso, garantire che la quota di maggioranza rimanga in mano all’azionista pubblico.

Per prendere queste decisioni così delicate, inoltre, il gruppo guidato da Michele Mario Elia non potrà seguire la strada tracciata da enti analoghi oltreconfine, visto che il percorso che sta intraprendendo Fs rappresenta una novità assoluta, o quasi, nel panorama europeo. Un altro dei punti caldi da definire sarà quello relativo al contratto di programma: secondo le banche occorre una durata più lunga di quella attualmente fissata ad un anno.

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