I 18 Help Center delle stazioni delle ferrovie italiane hanno effettuato 473mila interventi di assistenza a persone in difficoltà nel 2020. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio della solidarietà nelle stazioni italiane (ONDS) presentato ieri da Alessandro Radicchi, direttore dell’ONDS, presso la sede del Gruppo FS Italiane.
Il numero degli interventi, in calo rispetto al 2019, è stato condizionato dalla chiusura di alcuni centri interventi a causa della pandemia. Ad aumentare invece è stata la richiesta di beni di prima necessità da distribuire.
Si sono rivolte 15.676 persone agli Help Center durante il 2020, un calo del 30% rispetto al 2019 dovuto presumibilmente alle difficoltà causate dalla pandemia. Tra questi, i nuovi utenti (persone che per la prima volta hanno chiesto aiuto negli Help Center) anche se numericamente inferiore all’anno scorso, sono il 52% sul totale annuo, a dimostrare come la percentuale di primi aiuti sia aumentata dal 24% del 2019 al 28% del 2020.
La maggioranza degli aiuti sono stati forniti a stranieri, 11.587, dei quali 1.405 comunitari e 9.255 extracomunitari. Il maggior numero di utenti è costituito da uomini, con l’82% (12.540) e il 18% di donne (2.758), 26 le persone transgender.
Nel 2020 sono stati oltre 424mila gli interventi di “bassa soglia” (consegna di beni di prima necessità, pasti, abiti, coperte ecc.) e 49mila quelli di supporto e orientamento sociale. Nel complesso gli interventi sono calati del 9% rispetto al 2019, a causa dell’eliminazione di più della metà degli interventi di orientamento.
I 18 Help Center hanno al loro interno degli sportelli d’ascolto che indirizzano le persone in difficoltà verso associazioni specializzate, centri d’accoglienza e comunità terapeutiche, per poterli aiutare a reinserirsi nella società. I locali utilizzati per queste attività di recupero sono messi a disposizione da FS Italiane e vengono coordinati da associazioni di beneficienza locali.