Si chiamano Gina Miller e Deir Dos Santos e sono loro i due nuovi idoli del fronte anti-Brexit. Da cittadini comuni quali erano – la prima donna d’affari, il secondo parrucchiere ed entrambi di origine sudamericana – sono saliti alla ribalta con un semplice ma non scontato atto: insieme ai loro legali hanno presentato ricorso all’Alta Corte di Londra contro la decisione della premier Theresa May di appellarsi all’articolo 50 del Trattato di Lisbona e non interpellare il Parlamento allo scopo di snellire le procedure per la Brexit.
Altro che velocizzare: molto cittadini non si sono ancora rassegnati a uscire dall’Ue e pertanto la procedura – dopo che giovedì 3 novembre 2016 la Corte ha dato ragione a Gina Miller e Deir Dos Santos – dal Parlamento ci passerà eccome. Con la possibilità che venga rivista e perchè no rivalutata, magari ascoltando le ragioni di chi, come una normalissima donna in carriera o il parrucchiere sotto casa, di uscire dall’Europa non ne vogliono proprio sapere.
Gina Miller intanto è diventata un’icona anche in Scozia: il governo autonomo guidato dalla premier Nicola Sturgeon ha reso noto che si unirà alla causa della donna d’affari nel continuare a difendere le sue ragioni, quando la Corte Suprema esaminerà a inizio dicembre l’appello presentato da Downing Street contro il verdetto.
Tuttavia non proprio a tutti è piaciuta questa iniziativa: il vittorioso ricorso all’Alta Corte ha fruttato ai due eroi per caso un’ondata di insulti ed abusi sui social network. Offese razziste (lei è di colore, lui di origine sudamericana), minacce di stupro e di morte, da parte del “popolo di Brexit”, che si sente tradito dalla sentenza che restituisce al parlamento il diritto di votare sul tipo di “divorzio” da Bruxelles. C’è anche chi accusa i due di essere “stranieri”, mentre sono entrambi di cittadinanza britannica ma nati all’estero (Guayana e Brasile), e nel caso della Miller di appartenere “all’élite”, cioè di essere ricca e privilegiata (dirige insieme al marito una società di hedge fund, i fondi di investimento), insomma di non non essere proprio una cittadina qualsiasi.