Controffensiva Mediaset sulle frequenze tv. Il Biscione ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro lo stop al beauty contest, la procedura di assegnazione gratuita alle emittenti stabilita dal governo Berlusconi. Lo ha annunciato il presidente del gruppo, Fedele Confalonieri, aprendo oggi l’assemblea della società. Intanto, il titolo in Borsa di Mediaset perde lo 0,87%.
Ieri la commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento al decreto fiscale depositato dal nuovo Esecutivo che impone una gara pubblica (a pagamento) per la distribuzione delle frequenze, ormai libere dopo il passaggio dall’analogico al digitale. Solo il Pdl e il Grande Sud hanno votato contro.
“Parteciperemo all’asta? Ancora non possiamo dirlo. Vedremo il disciplinare dell’asta che farà l’Agcom”, ha detto oggi Confalonieri, sottolineando poi come “il beauty contest gratuito sia la formula utilizzata in gran parte degli altri paesi europei. Era una procedura legale e condivisa dall’Europa. Mediaset le sue frequenze le ha pagate tutte, anche quella Dvbh, oggi all’onore delle cronache come ennesimo regalo. Contro la sospensione del beauty contest abbiamo fatto ricorso”.
Secondo il presidente di Mediaset, sulla questione delle frequenze “c’è stata un po’ di demagogia: far pagare alle ricche televisioni le frequenze anziché diminuire i redditi dei cittadini con nuove tasse”.
Inoltre, “la polemica sulla gratuità delle frequenze è strumentale. Calendario alla mano, è iniziata alla fine dell’estate, proprio mentre era alle battute finali la procedura di assegnazione delle frequenze in beauty contest. Ed è esplosa dopo che Sky ha annunciato il suo ritiro dalla gara. Possiamo fin da ora prevedere che neanche l’asta metterà fine alle polemiche sui regali, a meno che a Mediaset non venga ingiustamente impedito di partecipare. Siate sicuri – ha detto poi Confalonieri rivolgendosi agli azionisti – che andremo comunque avanti per difendere i nostri diritti”.
In ogni caso, “Mediaset di per sé non è neanche lontanamente un’azienda in crisi”.