Battere un record che dagli anni Settanta era detenuto da Eddy Merckx aggiunge alla vittoria uno spessore del tutto speciale: il quarto trionfo nella Freccia Vallone, il terzo consecutivo, fa di Aleajandro Valverde il nuovo recordmen nell’albo d’oro della classica delle Ardenne che precede di tre giorni la Liegi-Bastogne-Liegi. A 36 anni il campione murciano sta vivendo negli ultimi due anni una sorta di primavera agonistica tanto da confermarsi l’uomo da battere anche per la prossima Doyenne, la classica-monumento che chiude il ciclo porimaverile delle grandi gare in linee e che già l’anno scorso vide lo strepitoso successo di Valverde. Reduce dalla vittoria nella Vuelta a Castilla y Leon, il leader spagnolo della Movistar era uno dei superfavoriti della vigilia con il belga Philippe Gilbert, l’irlandese Daniel Martin e il francese Julian Alaphilippe. Ripetendo la tattica dell’anno scorso, Valverde ha magistralmente preso in mano la direzione della corsa una volta arrivati ai piedi del Mur d’Huy senza che altri riuscissero a ostacolarlo anche grazie all’abile lavoro dei Movistar che avevano rintuzzato ogni tentativo di evasione dopo aver ripreso a 17 km dall’arrivo l’inglese Stephen Cummings, l’ultimo superstite della fuga di giornata. Il rivale più pericoloso cioè Gilbert si era arreso sulla penultima difficoltà, la Cote de Cherave.
Joaquim Rodriguez e Martin, pur essendo nel gruppo di Valverde, non davano l’impressione di essere al top della forma. Restavano lo svizzero Michele Albasini e Alaphilippe, già secondo nella Freccia dell’anno scorso. Anche Gasparotto, tenuto d’occhio dopo la doppietta nell’Amstel Gol Race, era sempre nei primi posti della corsa. Ma di fronte alla potenza sprigionata da Valverde nei 1300 metri del Mur d’Huy con una pendenza media vicina al 10% c’era poco da fare : l’ultimo a cedere nello sprint era Alaphilippe cui cedevano, subito dopo il traguardo, anche i nervi per la delusione di un’altra vittoria mancata. Il francese picchiava di rabbia i pugni sul manubrio imprecando contro chissà chi, una scena simile a quella di un altro francese, Nacer Bouhanni, che ha perso la Sanremo, quando stava dominando la volata, per un salto della catena. A completare il podio era terzo Martin. Quarto Poels, quinto Gasparotto che si conferma l’italiano più adatto per le classiche delle Ardenne. Per Valverde è il quarto trionfo a 10 anni esatti dal primo, scavalcando nientemeno che Merckx, il cannibale che nelle Ardenne detiene ora solo il primato nella Liegi-Bastogne-Liegi con cinque vittorie. Un bottino che sembrava ormai fuori della portata di ogni corridore oggi in circolazione ma con questo Valverde che domenica, come gran favorito, cerca la sua quarta vittoria anche nella Doyenne, anche il grande Eddy potrebbe non sentirsi più tanto al sicuro.