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Franco Tatò, ad di Enciclopedia Italiana: “La Germania ha ragione ma l’euro rischia il fallimento”

I tedeschi hanno ragione. L’euro da solo non è stato in grado di promuovere comportamenti virtuosi in tutti i paesi europei. Alcuni, ed in primo luogo la Grecia, hanno dissipato il vantaggio di avere tassi d’interesse quasi uguali a quelli tedeschi, ed ora si trovano pieni di debiti che i paesi più virtuosi non vogliono pagare. La Merkel ha quindi messo a nudo le debolezze della moneta unica nata senza avere alle spalle uno stato unitario e quindi senza una politica fiscale comune. Ogni paese è stato messo di fronte alla responsabilità di sostenere il proprio debito. Bene in teoria. Ora però la crisi è così avanzata che minaccia tutti i paesi e l’intera costruzione della moneta unica e i tedeschi che sono stati gli artefici di questa operazione verità, non sanno cosa fare per uscire dall’emergenza. Si ha l’impressione che nessuno abbia un’idea innovativa, che i consiglieri non abbiano messo a punto un piano concreto per affrontare l’emergenza e rafforzare tutta la costruzione dell’Euro.”

Franco Tatò, ad di Enciclopedia Italiana, è uomo di vaste esperienze (Olivetti, Mondadori, Fininvest) e conosce bene la Germania per averci lavorato alcuni anni, non nasconde le proprie preoccupazioni. “L’euro è nato su impulso della politica sperando che la moneta unica avesse il potere di spingere la Comunità a darsi una unità politica vera facendo quindi convergere i comportamenti e le politiche fiscali dei vari Stati. Così non è avvenuto e l’Euro ha manifestato tutti i vizi di costituzione.”

Anche la Germania che si riteneva immune da qualsiasi contagio ha visto l’asta di ieri dei propri Bund registare un grave insuccesso. Per la prima volta in questo dopoguerra il 40% dei titoli offerti non è stata sottoscritta.

“E’ stato un messaggio di una gravità estrema. Significa che gli investitori considerano che l’euro c’è e che quindi anche i Bund tedeschi devono tener conto che esiste un rischio legato ad una moneta comune che ha problemi. Di conseguenza gli investitori richiedono alla Germania tassi più elevati di quelli attuali. O vanno verso altre valute come il dollaro. Insomma siamo arrivati proprio al limite: o si fa qualche cosa di veramente innovativo e convincente per gli investitori, oppure si rischia di avviare una vera e propria disgregazione dell’Euro.”

Forse che l’Euro da solo avesse la forza di realizzare la convergenza delle economie dei vari paesi si è dimostrata una illusione. “Del resto – dice Tatò – guardiamo all’Italia, una economia basata sull’inflazione e le successive svalutazioni che non è riuscita a trasformarsi in una economia senza inflazione, ad alta produttività, ed a moneta forte. Chi ci ha provato, e mi riferisco al primo Governo Prodi, è stato costretto a lasciare per la reazione degli interessi colpiti dalla necessità di cambiare i comportamenti e le abitudini. Berlusconi non ha memmeno provato a fare delle vere riforme per rendere più efficiente il sistema. Dopo il 2000 non si è più parlato di liberalizzazioni e di privatizzazioni. La spesa pubblica ha continuato a crescere e non per investimenti, il peso del settore pubblico ha continuato a crescere. Negli ultimi tempi Tremonti ha creato nuovi organismi per acquitare aziende e comunque per intervenire nei mercati. E gli investitori che non sono geni, ma certamente razionali, hanno capito che l’Italia non andava da nessuna parte e che il premio dei bassi tassi d’interesse ricevuto con l’entrata nell’Euro, veniva sperperato e non utilizzato per migliorare e rendere più competitivo il sistema economico.”

Siamo sull’orlo del burrone. Non ci rimane che sperare che i grandi dell’Europa, a partire dalla colazione di oggi tra Monti, Sarkozy e Merkel, elaborino un progetto credibile da approvare entro il  vertice europeo dei primi di dicembre. Ci si può ancora salvare. Spetta ai Governi convincere le opinioni pubbliche dei rispettivi paesi che piccoli sacrifici equamente distribuiti sono preferibili allo sfascio totale dell’Euro e dell’intera costruzione europea.

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