Grande successo dei Verdi, riconferma a Parigi per la sindaca uscente Anne Hidalgo e delusione della République en Marche, il partito di Macron, che si consola solo con la vittoria del premier Edouard Philippe a Le Havre. Questo il riassunto dei risultati delle elezioni in Francia, dove domenica 28 giugno si è votato per il ballottaggio in 4820 comuni. A trionfare è stata soprattutto l’astensione, arrivata addirittura al 60%, un dato per il quale Macron si è detto “molto preoccupato”.
LA VITTORIA DEGLI ECOLOGISTI
Gli ecologisti di Europe Ecologie-Les Verts (EELV) conquistano Bordeaux (Pierre Hurmic), Marsiglia (Michèle Rubirola), Strasburgo (Jeanne Barseghian), Poitiers (Léonore Moncond’huy), Besançon (Anne Vignot) e Tours (Emmanuel Denis). Con Grégory Doucet, i Verdi vincono anche a Lione, terza città della Francia, considerata un feudo del macronismo. «Quella che ha vinto stasera è la volontà di un’ecologia concreta, di un’ecologia in azione», ha sottolineato Yannick Jadot, segretario di Eelv e deputato europeo.
PARIGI
Nella capitale la sindaca uscente Anne Hidalgo, sostenuta da un’ampia alleanza che comprende anche i verdi, è stata riconfermata con oltre il 50%, battendo Rachida Dati (destra) e Agnès Buzyn (LREM).
LA SCONFITTA DI MACRON
La République en Marche, partito fondato quattro anni fa dal presidente francese Emmanuel Macron, ha perso praticamente ovunque. Unico ad uscire vincitore da questo secondo turno è stato il premier Eduard Philippe che a Le Havre ha sconfitto (nettamente) il candidato comunista Jean-Paul Lecoq. Paradossalmente però la sua vittoria per Macron rappresenta un problema in più: adesso si dovrà decidere se Philippe continuerà a ricoprire il suo ruolo di capo del Governo o se dovrà trasferirsi in Normandia a guidare il suo municipio.
Dal punto di vista politico, il Presidente della Repubblica è già corso ai ripari, affermando la sua volontà di “Mettere l’ecologia al centro dell’economia per produrre diversamente”. Macron ha annunciato inoltre che trasmetterà al Parlamento o al Governo “tutte le proposte emerse nel corso della Convention Cityonne pour le Climat. Alcune, di carattere amministrativo, saranno già decise a fine luglio, altre incluse nel piano di rilancio, ma la maggior parte rientrerà “in un progetto di legge specifico”. Saranno stanziati 15 miliardi di euro in più’ su due anni per agevolare la trasformazione ecologica.
LA DESTRA
Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, non ha sfondato, ma è comunque riuscito a conquistare Perignan con il successo di Louis Aliot, ex compagno di Marine Le Pen, che ha ottenuto quasi il 53% dei voti.
IL VOTO IN POLONIA
Domenica 28 giugno si è votato anche in Polonia dove si sono tenute le elezioni presidenziali. Secondo gli exit poll nessuno dei candidati ha superato il 50% dei voti e dunque il 12 luglio si andrà al ballottaggio tra i due candidati più votati.
A sfidarsi saranno il presidente uscente Andrzej Duda, ufficialmente indipendente ma legato al partito di destra radicale Diritto e Giustizia (PiS), e Rafał Trzaskowski, esponente di Piattaforma Civica, partito liberale di centrodestra. Il primo avrebbe ottenuto poco più del 41% dei voti, il secondo il 30,4%. Il favorito rimane quindi Duda, ma nei prossimi giorni Trzaskowski potrebbe incassare gli endorsement del giornalista televisivo, cattolico progressista, Szymon Holownia (13%) e di Wladyslaw Kosiniak Kamysz, del Partito dei Contadini (2,6%).
Anche in Polonia ha assunto un importanza enorme il dato relativo all’affluenza. A sorprendere stavolta è stata però la grande partecipazione al voto: alla chiusura dei seggi l’affluenza sia stata del 62,9% (nel 2015 fu del 48,96%). Una percentuale che fa comprendere quale sia la posta in gioco a Varsavia: a un lato chi teme per la democrazia dopo le derive autoritarie toccate da Duda ultimamente, dall’altro chi crede nel sovranismo portato avanti dall’attuale Governo.
Secondo Donald Musk, ex presidente del Consiglio Ue, la scelta che i polacchi dovranno fare è la seguente :”la verità versus la menzogna, il rispetto o il disprezzo, l’orgoglio oppure la vergogna. Nessuno può più fare finta di non capire che cosa c’è in ballo” ha scritto su Twitter.