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Francia, terra di conquista italiana

Nonostante la crisi e la tendenza di solito inversa (imprese francesi che invadono il mercato italiano), nel 2011 gli imprenditori del nostro Paesesi sono fatti valere: dei 420 progetti di investimento di provenienza europea registrati in Francia, 46 sono portati da imprese italiane, al secondo posto dietro la Germania per i progetti sviluppati Oltralpe.

Francia, terra di conquista italiana
Durante un anno 2011 segnato dalla crisi dei debiti sovrani in Europa, gli imprenditori italiani hanno confermato il loro dinamismo nel conquistare nuovi mercati esteri. Dei 420 progetti di investimento di provenienza europea registrati in Francia nel 2011, 46 sono portati da imprese italiane. Questi progetti consentiranno di mantenere o creare oltre 1600 posti di lavoro. Nonostante le difficoltà dell’economia italiana, le aziende italiane si classificano al secondo posto europeo, dietro la Germania, per il numero di progetti sviluppati oltralpe.

Destinazioni. Nel 2011 i progetti di investimento italiani toccano la maggior parte del territorio francese (16 regioni su 22). Due regioni accolgono tuttavia più della metà dei progetti: l’Ile-de-France, regione che si colloca in testa alla classifica con il 37 % dei progetti di origine italiana, e Rodano-Alpi che conferma, con il 20% dei progetti, la forte capacità attrattiva esercitata sugli imprenditori italiani. Seguono, rispettivamente al terzo e quarto posto, le regioni Aquitania (7%) e Midi-Pirenei (7%).

Origine geografica. La prima regione italiana ad investire in Francia è la Lombardia (con il 27% dei progetti). Seguono Emilia-Romagna (23%), Piemonte (12.5%), Lazio (12.5%), Veneto (12.5%) e Toscana (6%).

Ripartizione settoriale degli investimenti. Come negli anni precedenti, le imprese italiane che hanno investito in Francia appartengono ai settori tradizionali con un forte predominio della meccanica, della filiera automotive e della chimica per un totale di 31%. Per quanto riguarda la natura degli investimenti italiani realizzati oltralpe, le attività di produzione rappresentano la parte preponderante (41%), contro soltanto il 36% dei progetti tedeschi. L’apporto degli investitori italiani si rivela molto importante per il tessuto industriale francese che contribuisce soltanto al 12,6 % del PIL, contro il 18,8 % in Italia. Da notare la rilevanza delle attività di ricerca e sviluppo (11%).

Tipologie di investimento. Come nel 2010, il 2011 si contraddistingue da un alto numero di progetti di ampliamento di siti esistenti (54%) a dimostrazione dell’ulteriore rafforzamento delle aziende italiane già presenti in Francia che puntano in particolar modo sulle attività di ricerca e sviluppo. Si registra anche un elevato livello di creazioni di nuove filiali (28%). Infine, le acquisizioni di aziende francesi, soprattutto in difficoltà, restano una tipologia di investimento particolarmente gradita dagli imprenditori italiani: queste operazioni rappresentano il 17% dei progetti italiani contro il 7% dei progetti degli altri paesi.

“Questi risultati, in un contesto economico particolarmente difficile, confermano la qualità e la solidità delle relazioni economiche tra i nostri due paesi. Dimostrano anche il dinamismo e la reattività degli imprenditori italiani. Accanto ai grandi gruppi italiani, la cui presenza storica si va rafforzando, emergono numerose piccole e medie imprese che trovano nel mercato francese uno spazio favorevole alla propria internazionalizzazione. Complessivamente, dal 2008, gli imprenditori italiani hanno avviato oltre 200 progetti di investimento che hanno creato o mantenuto circa 11000 posti di lavoro”, ha ricordato Hervé Pottier, Direttore Italia dell’Agenzia Francese per gli Investimenti Internazionali.

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